• 360 LA CRITICA POLITICA -------------------------- non seppe resistere; posto di fronte alla necessità di adeguarsi alle mutate esigenze dell'ambiente operaio, non fu elastico, non fu politico ; si contrasse, s' irrigidì e fu travolto. Che i mazziniani vedessero con orrore il collettivismo acquistar diritto di cittadinanza nel Patto creato da Mazzini, è comprensibile; ma non è più comprensibile ancora che i giovani, gli uomini nuovi provassero un irresistibile desiderio di sbarazzarsi di certi Catoni oltrepassati che - come il Minuti, ad esempio - erano ancorane! '90 o giù di lì contrari all'agitazione per le otto ore ? Con la morte del Patto sparivano dall'orizzonte operaia alcuni postulati, sui quali, come sul nucleo della dottrina sociale mazziniana, i suoi dirigenti avevano costantemente battuto ; e ai quali dopo tanti anni di lotta e di esperienze gli operai italiani -· cadute le attuali elefantesche soprastrutture, bestemmiatrici dello spirito medesimo di un sano associazionismo - dovranno pur tornare : non voglio citare che l'indispensabile conciliazione fra emancipazione del lavoro o senso nazionale ; e l'importanza straordinaria del fatto politico. * * * Nel 1895 nacque il Partito Repubblicano italiano ; ma di ciò e delle sue· cessive relazioni fra socialisti e repubblicani, altra volta. Mi preme per ora concludere rilevando la sempre più netta distinzione che dopo il '90, va operandovi tra repubblicani alla vecchia e repubblicani moderni : Bovio, Colajanni, Ghisleri, lmbriani, Papa, per non citare che i più eminenti, ricchi di idee e di attività, stretti intorno a giornali che ancor oggi si rileggono imparandovi, hanno infatti ben poco a che fare, per esempio, col d' altronde rispettabilissimo gruppo che si riunisce intorno alla Fratellanza artigiana di Firenze. " Cuore e Critica ,, " l'Italia del Popolo ,, rappresentano degnamente la generazione repubblicana che seppe fondere e integrare le idealità mazziniane col positivismo di Cattaneo ; e cioè con una vigile coscienza dei sempre nuovi complessi problemi della vita nazionale. NELLO ROSSELLI DOVERI DI UN VERO AMICO DI » CRITIC.~ ». ' . Abbiamo degli amici ) - Certamente. Molti) - E quello che vogliamo sperare. Ma gli amici si 'IJedonoalla provai Alle proteste di amicizia crediamo poco. Vogliamo i /atti. finzi: abbiamo bisogno dei /atti. Quali /atti) Lo diciamo subito. · / 0 Pagare il proprio abbonamento. Ma pagarlo subito, anticipato; .non già, come /anno molti, aspettare a pagarlo che l'anno sia finito· o dimenticarsene addirittura I Gli amici che si /anno ricordare il loro dovere sono catti1'i amici. Quelli poi che ci /anno spendere in cartoline di sollecito, in tratte ecc. non sono i nostri amici, sono i nostri nemici. 2° Trovarci un nuovo abbonato. Anzi trovarci più di un nuovo abbonato. Non c'è ness-uno che, volendolo, non possa riuscirci. Chi non ha un amico, un conoscente) Chi non è socio di un Circolo) Chi non frequenta una Biblioteca) Ed ecco come ci si può rendere utili I Chi è che dice che non c'è nulla da /are) Che manca, cioè, ogni possibilità di propaganda dell'idea) Non è vero. ~ vero, invece, che ci sono moltissimi i quali in favore delle idee che dicono di professare non muovono un dito ! Siamo alle porte del I 9 27. Dunque, amici, ali' opera I Biblioteca Gino Bianco
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