358 LA CRITICA POLITICA tellanza mantenendole sul terreno della cooperazione e della mutualità ; gl' internazionalisti facevano la concorrenza, incoraggiando ovunque lo sciopero (I). A leggere oggi i resoconti dei vari Congressi che il Patto radunò dal '72 in poi, non si può a meno di ammirarne la saggezza, la moderazione; qualche volta, la praticità. Senza dubbio vi si tennero a balia gran parte di quegli istituti la cui propaganda e impos1z1one rappresenta l'immensa benemerenza del movimento socialista e di quello solo. Perchè mai nessuno ne va grato agli organizzatori del Patto ~ La risposta - fatta la debita parte alla consueta ignoranza delle cose di casa nostra - è semplice: le deliberazioni dei Congressi mazziniani eran bellissime, ma non uscicono mai dai Congressi, a confrontarsi con la realtà ; o se uscirono, se ne accompagnò la prova con uno spirito eccessivamente timido e timoroso ; nè informarono mai di sè - si eccettui la bellissima campagna cooperativistica - una propaganda vivace e attraente. E fu così che il mazzinianismo preparò, il socialismo si appropriò ed attirò, ma imprimendo a tutto, anche a ciò che era sembrato meno moderno, un suo potente spirito vitale, una sua profondissima forza di rinnovamento, un suo eccezionale senso della realtà I Altro errore dei mazziniani fu, io penso, la condanna degli scioperi {nel Congresso dell '82 si decisero a consider~rlo come una non sempre evitabile iattura !) ; e gli scioperi son la chiave del successo socialista. L'esservisi opposti. il non averne compresa l'indispensabilità e l'altissima funzione, anche morale► almeno nella prima fase della organizzazione operaia, condannò il sindacalismo mazziniano a morir dissanguato, nonchè ad attirare su di sè la dolorosa ingratitudine della massa lavoratrice (2). * * * Nel 1879 il partito repubblicano, la cui ala s1n1stra aveva attraversato nei due anni precedenti e specie nel '78 (attentato contro Umberto) un periodo di relativa stasi e di impopolarità : ebbe un impulso di vita più fervida. Gli giovavano la decadenza precipitosa dell 'i~ternazionale rivoluzionaria, il sempré più diffuso malcontento del paese (anche la sinistra, dopo tante promesse, ora che era al potere seguitava a picchiar tasse su tasse) e anche una maggior vivacità ( 1) Bisogna dire che gl'internazionalisti furono in un primo tempo, in Italia, avversi ad ogni forma di organizzazione operaia e lo sciopero venne da essi caldeggiato prima della organizzazione per lo sciopero (N. d. D.) • (2) Effettivamente gli organizzatori delle Società affratellate non brillarono per troppa audacia. Furono sopratutto timorosi delle novità e specialmente di certe novità. Lo sciopero - così come venne predicato e attuato nei primissimi tempi - era una novità che li preoccupava perchè, accendendo tra gli operai nuove e smisurate speranze, li distoglieva intanto da quelle organizzazioni che essi ·faticosamente erano venuti costruendo e sviluppando. I mazziniani delle Fratellanze artigiane nei confronti dei socialisti e internazionalisti erano sopratutto conservatori del loro tipo di organizzazione e del metodo sociale (che, bisogna riconoscerlo, rispondeva sufficientemente alla particolare formazione della economia italiana, nella quale la classe lavoratrice era rappresentata, salvo i grandi centri del Settentrione, dall'artigianato) allo stesso modo che più tardi. e in condizioni molto diverse di sviluppo e d'importanza, sindacale, i confederalisti le furono riei confronti del sindacalismo sorelliano e del bolscevismo. E il destino di tutti gli organizzatori : fatte le organizzazioni si diventa conservatori ; chiusi cioè alle novità troppo nuove. (N. d. D.) Biblioteca Gino Bianco
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