La Critica politica - anno VI - n. 10 - ottobre 1926

356 LA CRITICA POLITICA =-===============================.:=-=- - -- -- - --- -- - ---- --- missimamente le loro intemperanze teoriche li consideravano come preziosi alleati per quell'eventuale colpo di forza che avrebbero pur tentato, un giorno o l'altro, al fine di rovesciare il regime monarchico. I socialisti avrebbero dato una mano col disegno di scatenare la rivoluzione sociale addirittura, ma si sarebbero poi dovuti necessariamente arrestare alla prima tappa, e cioè alla repubblica mazziniana, che almeno assicurava l'instaurazione di un serio regime demacratico; Di qui, fra diffidenze e sospetti, Villa Ruffi (1874); e ci vuole una bella dose d'ingenuità per credere che soltanto a un inqualificabile arbitrio fossero dovuti gli arresti di repubblicani eminenti ivi eseguiti dal Governo ; per credere insomma che in un momento nel ~quale i socialisti rivoluzionari preparavano l' insurrezione armata, invocando anche pubblicamente l'adesione o almeno la neutralità benevola di tutti i democratici sinceri, i capi del movimento repubblicano si sarebbero adunati segretamente in campagna per avvisare ai modi atti a intensificare la lotta antisocialista ! Bubbole. Ma il mancato successo, con gli arresti e la sospensione della libertà d 'associazione che ne seguirono, rinnovò i rancori : gl' internazionalisti non dimenti .. carono mai più che i deputati repubblicani ( 1) alla Camera - F errari eccettuato - nel gran chiasso d' interpellanze e discorsi, si limitarono a scagionare il loro partito dall'accusa di cospirazione,. buttando a mare l'Internazionale ; fra i repubblicani si fecero avanti - con la voce grossa e con gravi « l'avevamo detto noi » - gl' intransigenti antisocialisti, che ebbero, da allora in poi, almeno fino al 1880, larghissimo seguito. * * * Quali in Parlamento, quali fuori (i comizi popolari per agitar nel paese questioni. di larga risonanza furono invenzione repubblicana rivelatasi efficacissima e a torto abbandonata), i repubblicani in questi anni furono attivissimi: si lottò per il suffragio universale, per la laicizzazione dello Stato, per l'obbligatorietà della scuola primaria, e via discorrendo. I mazziniani puri, alieni dal parlament~rismo, partecipavano sì a questa lotta, ma ribadendo periodicamente la pregiudiziale; non potendo altro, sfogavano il loro rivoluzionarismo impotente in dimostrazioni di piazza, coronate da discorsi sovversivi, con largo sfoggio di bandiere vietate. Era questo il loro modo di tener viva la scintilla, ma con tali sistemi (2) si attirarono addosso il ridicolo, un ridicolo che li circondò poi sempre, aureola di maniera ; se ne allontavano gli uomini seri che ne avevano abbastanza di buffonate e di alfieranismi, gli scontenti e i Tivoluzionari per davvero che, tanto per tanto, preferivano il positivo sovversivismo dei seguaci di Bakounine. (1) Vero è che di deputati mazziniani alla Camera allora non ce n'erano. Di repubblicani v•era Ferrari che era federalista, isolato, e che fece un discorso vigoroso. Gli altri erano repubblicani alla Bertani, cioè già lontani dalla repubblica, o garibaldini cioè seguaci di Garibaldi e, purtroppo, la condotta politica di Garibaldi fu dopo il '70 piena di nobili aspirazioni ma molto confusionaria e nocque assai al .formarsi di una forte democrazia, degna di questo nome, 9Criamen_tee consapevolmente repubblicana ( N. d. D.) (2) Si è visto che tali sistemi, - cortei, sfilate, commemorazioni, simboli, ecc., che nel nostro partito noi abbiamo, del resto, sempre combattuto - entrarono nell'uso di altri partiti,. degli stessi socialisti tra gli altri, ed ebbero persino fortuna. Anzi hanno servito molto I (N. d. 'D,) Biblioteca Gino Bianco

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