LE COLONIE AGRICOLE ITALIANE NEL SUD-OVEST DELLA FRANCIA 347 stazionaria o anche aumentava, di modo che la mortalità italiana è attualmente de) 3 per 1000 inferiore a la mortalità francese e che a mortalità eguale con l'Italia la Francia dovrebbe aumentare di circa 120.000 abitanti per anno, ciòche sarebbe quasi sufficiente. Quanto si riferisce poi al valore delle razze un paragone tra i due paesi non avrebbe alcuna probabilità di essere esatto, anche approssimativamente, se procedesse altrimenti che regione per regione. Impossibile, ad ogni modo, un raffronto in maniera globale. Durante la guerra, quando io occupavo il posto di ufficiale interprete presso la Missione Militare Marittima in Genova, ho spesse volte percorso la penisola in tutti i sensi, dal più estremo Nord al più estremo Sud ed ho constatato da questo punto di vista, della razza, fatti caratteristici. Mi sembra bene che la selezione naturale, che ha potuto esercitarsi in Francia in modo più efficace che in Italia, abbia prodotto da noi un popolo nel suo insieme più vigoroso del popolo italiano, del quale tuttavia io sono ben lungi dal negare i meravigliosi esemplari fisici, disseminati, in modo sporadico, attraverso l'Italia. Che il francese della classe media sia forse meno raffinato dello · italiano della stessa condizione sociale, non lo negherò. Ma sostengo che è generalmente più robusto, più resistente. Se i proprietari italiani hanno acquistato terreni nella nostra Guascogna, ciò dipende da diversi motivi, dei quali principali sono : 1•analogia del clima - riferendosi con ciò, fortunatamente per noi, al clima dell'Italia settentrionale - ~ il miglior mercato del terreno in Francia - un proprietario di 5 ettari in Italia può, vendendolo, acquistare da 15 a 20 ettari in Francia - ; e il tasso assai inferiore delle imposte fondiarie in Francia a paragone dell'Italia, ciò che permette a un modesto contadino nelle strettezze in Italia di divenire assai presto, - purché lavori con impegno - relativamente agiato, tra noi. Si deve, infatti, considerar bene che mentre i territori di collina· del bacino della Garonna. sono troppo rocciosi e non si prestano a culture produttive, le terre di pianura, di una fertilità più che media, sono invece propizie alla cultura della vite, del grano e del granoturco. Senza dubbio la Lombardia, il Piemonte e .il Veneto• posseggono terre più ricche e molto meg~io sfruttate. Ma con una cultura intensiva e tre anni di buona concimazione, con ingrassi chimici giudiziosamente· dosati, non è difficile restituire loro una nuova fecondità e creare dei centri di produzione agricola attivi e prosperi nelle campagne del Sud-Ovest fran-- cese, impoverite per l'assenza di mano d•opera, per la deficienza di bestiame e quindi di ingrasso naturale. Non già che ci sia da aspettarsi di vedere giammai lo spettacolo incantevole delle campagne dell'Umbria o della Lombardia, ove non un palmo di terreno è lasciato improduttivo, ove non si vedono siepi e alberi inutili,. o vincheti lasciati a invadere le prossimità dei ruscelli, o macchie di rovi e di arbusti spinosi lasciati a succhiare liberamente i succhi di un suolo• abbandonato, dove invece i gelsi e gli olivi, piantati di tre in tre metri, servono. di supporto vivente alle pergole da cui cadono i biondi rami su fili di ferro, . dove uno stesso pezzo di terra sopporta tre culture simultanee ; poichè ai piedi. Biblioteca Gino Bianco
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