346 LA CRITICA POLITICA ---------===-- --- -- ---------- comparsa in tutti 1 grand;. giornali d'Italia. Anzitutto costoro hanno reso omaggio al coraggio dei contadini francesi che, malgrado la notoria insufficienza di mano d'opera, sono riusciti a coltivare diligentemente le terre più ricche e a mantenere in uno stato soddisfacente la maggior parte delle altre. Hanno aggiunto che, ben lungi dall'essere stati raggirati salvo ben rare eccezioni - per il 5 °/ 0 tutto al più degli affari conclusi - i proprietari italiani avevano fatto nella maggior parte affari eccellenti e se ne mostravano soddisfatti. Hanno affermato, infine,fche i proprietari e i contadini italiani avevano trovato in Francia l'accoglienza più cordiale e fraterna ; che gli operai agricoli in special modo si mostravano molto soddisfatti del trattamento alimentare che ricevevano: carne almeno una volta al giorno, caffè e perfino armagnac ; e che molti di essi preferivano prestare servizio presso i proprietari francesi piuttosto che presso i proprietari italiani giunti in Francia contemporaneamente a loro. Ecco dunque una faccenda liquidata. Il popolo italiano è oggi persuaso che i suoi contadini sono in Francia ben trattati e che i suoi proprietari, i quali hanno acquistato per circa 100.000.000 di lire di terra francese nell' Haute-Garonne, nel T arn-et-Garonne, nel Lot-et-Garonne e nel Gers, hanno acquistato proprietà di un valore molto superiore a quello pagato » • Lo stesso scrittore, che è persona seria, e senza partito preso di stretto chauvinismo, veniva dopo ciò ad alcune conclusioni: << Da queste inutili polemiche ecco - egli diceva - gli elementi che agli occhi· dei nostri vicini ed amici restano stabiliti. In primo luogo essi ritengono che l'Italia rende un grande servizio alla Francia infondendole una nuova giovinezza e un vigore più grande. In secondo luogo la perdita della nazionalità italiana appare loro come inevitabile, presto o tardi. Gli italiani che hanno acquistato terre francesi finiranno col diventare francesi se si troveranno bene nel nostro paese. Infine - ed è questo l'argomento meno inesatto di tutto questo esame critico - non v'ha dubbio che l'Italia, inviando alla Francia degli uomini fatti, le fa dono di un notevole valore produttivo e di tutto il denaro che ha costato la loro educazione » • .Questo, naturalmente secondo Ch. Bonnèfon, per presentare il punto di vista italiano, al quale egli opponeva subito alcune fondate obbiezioni. La questione della debole natalità francese è, come si sa, una specie di luogo comune che non si manca mai, un po' dovunque, di adoperare contro lo spirito « materialista > di noi francesi. Fu usato avanti la Grande Guerra, e dopo se n'è usato e se ne è abusato, a proposito e a sproposito. La tesi è nota. L'eccedenza delle nascite italiane sarebbe di 500.000: quella delle nascite francesi di 70.000. Da ciò ne segue che la nostra razza è « degenerata » • Ora si sa che le statistiche debbono sempre essere adoperate con estrema prudenza e con qualche scetticismo. Nel caso particolare non occorre molta fatica a rispon·dere che, se i rapporti tra le eccedenze francese e italiana si sono mantenuti in una proporzione identica, benchè in questi ultimi venti anni la natalità italiana si sia abbassata del 1 O per 1000 mentre la natalità francese durante lo stesso periodo aumentava del mezzo per mille, la ragione è che la mortalità si è abbassata in Italia del 14 per 1000 in 20 anni, mentre in Francia, a nostro grande disdoro, restava Biblioteca Gino Bianco
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