Giustificazione storica del Centralismo ed esigenze di una vera democrazia . Guglielmo Ferrero - dopo aver letto il libro Esperienze e Soluzioni - ha diretto al nostro Direttore la lettera che pubblichiamo quì sotto. Il giudizio che egli dà dell'opera n~n potrebbe essere più lusinghiero. Ma l'illustre uomo non si limita a questo e coglie l'occasione per alcune osserva- · , zioni degne di ogni considerazione. La giustificazione storica che egli dà del centralismo ha, senza dubbio, un grande valore. Un valore assoluto, /orse no. Ad ogni modo, qualunque ~ia il suo peso, che il centralismo abbia più o meno risposto ad una esigenza di vita e di difesa dello Staio moderno, i termini del problema politico quale Zuccarini lo pone non restano affatto spostati. Zuccarini qu~ndo scrisse il suo lavoro non si propose di compiere una indagine storica sul come e il perchè del Jenomeno centralista, ma di dare ragione del problema politico quale oggi si pone concretamente. E che egli 1Ji sia riuscito - che i termini di tale problerra siano stati da lui chiaramente ed efficacemente posti - è quanto imporla. Guglielmo F errero affaccia poi due preoccupazioni che a noi sembrano ri1Jestire un carattere pratico piuttosto che programmatico. ~Una è che proporsi, dopo il fascismo e durante il fascismo, di far tabula rasa del· parlamentarismo costituisca un errore. Egli crede che si dovrebbe ora difendere a spada tratta il sistema parlamenta,e, come quello che potrebbe dare ad un governo una legittimità sicura e indiscussa, sal1Jopoi ad avviare lo Stato rapidamente verso quelle forme di decentramento e di autonomia che sono proposte e illustrate da Zuccarini nel suo volume. Non siamo dello stesso parere. Un errore grave delle opposizioni crediamo anzi sia stato quello di non aver visto altro, nei confronti del fascismo, che le istituzioni parla~entari, le meno suscettibili cioè di difesa perchè le più screditate dinanzi al popolo. Screditate, si badi bene, assai pri- · ma del fascismo. Il fascismo ha avuto buon gioco appunto perchè, mentre la fiducia del parlamentarismo era oramai caduta, non si è saputo offrire al popolo soluzioni nuove risondenti, nello spirito e nella sostanza, ad una democrazia più eff ettilJa. L'altra preoccupazione del Ferrero è che i democratici vogliano proporsi di realizzare la democrazia senza e contro i cattolici. Egli osserva che se si aspetta a fondare la democrazia che la maggioranza sia scattolicizzata, e se anche ciò fosse possibile, si dovrebbe attendere per molte generazioni. Siamo della stessa opinione. Ricordiamo anzi a questo proposito di aver sostenuto molti anni addietro - quando appunto i democratici si dilettavano di un anti Biblioteca Gino Bianco
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