La Critica politica - anno VI - n. 8-9 - ago.-set. 1926

326' LA CRITICA POLITICA come in tutte le altre, la durata delle funzioni di tutti i magistrati era tem- . porana. Per altro coli' andare del tempo quasi tutte le repubbliche italiane ebbero un capo discendente da una famiglia favorita da' voti del popolo ; ma la costituzione non riconosceva in questo capo verun potere ereditario. La confidenza del popolo trasmetteva al figlio di un Medici, di un Bentivoglio, o di un Baglioni, l'autorità esercitata dal padre ; ma tale autorità era rivocabile tosto che cessava la confidenza del popolo ; e verun cittadino, per potente che si fosse, non era supposto avere diritti indipendenti da quelli della repubblica. Rispetto alle magistrature, non solo il mandato del popolo in virtù del quale si esercivano, era rievocabile, ma era limitato da brevissimo termine. La suprema autorità nello Stato era poche volte confidata per più di due mesi ; in ragione della minore importanza dell'impiego, se ne protraeva alquanto più la durata; non pertanto, ad eccezione di Venezia, non eravi pubblica carica che continuasse più di un anno. L'esistenza di facoltà irrevocabili in una repubblica implica una specie di •·contraddizione. Come può mai supporsi che il popolo, dal quale emana l'autorità, dichiari a' suoi mandatarj che gli autorizza a conservarla, sia che ne facciano abuso o no, sia che giustifichino le speranze dei loro committenti, o sia , che si mostrino indegni della loro confidenza ; sia che l'avanzamento dell'età li renda più atti alla funzione che esercitano, ossia che li renda incapaci di adempirle? Quindi la amovibilità di tutte le cariche è in qualche modo la guarenzia della costante attività di coloro che le o·ccupano, e de' continui loro sforzi per rendersene degni. Ma questo principio era probabilmente spinto troppo in là nelle repubbliche italiane, ed i loro legislatori avevano dimenticato, che se importa assai che i magistrati non rimangano troppo a lungo in carica, aflìnchè non diventino meno attivi importa egualmente che il loro regno non sia circoscritto a troppo pochi giorni ; affinchè lo Stato non abbia a soffrire dal tirocinio incessantemente ripetuto dei nuovi eletti. Finalmente chiunque esercita un'autorità emanata dal popolo è risponsabile verso il popolo dell'uso che ne Ja. Era precisamente per dare a quest'ultima massima una più illimitata applicazione, che si era circoscritta a così breve tempo la durata di tutte le magistrature. In alcune affatto moderne costituzioni, si è trovato il modo di far pesare la responsabilità sui ministri, anche in mezzo alle loro funzioni, senza attaccare r autorità da cui emana il loro potere. Nelle repubbliche, tranne il caso di rivoluzione, la responsabilità non viene esercitata sui magistrati, che dopo la cessazione delle loro funzioni. Nell'uno e nell'altro sistema, l'effetto è sempre il medesimo; lo Stato non ha giammai il· bisogno di affrettare il supplicio di alcuni grandi colpevoli ; non corre nessun rischio, aspettando eh' escano di carica ; ma ben~Ì ha bisogno di inspirare a tutti i depositari del potere un timore salutare; di far loro sentire che, per <manto grandi si figurino di essere~ per quanto sembrino indipendenti le loro f~ttiioni, giungerà sempre 1'istante in cui si troveranno deboli in faccia BibJioteca Gino Bianco

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