La Critica politica - anno VI - n. 8-9 - ago.-set. 1926

LE ULTIME RIFORME 299 dato risultati soddisfacenti, che le popolazioni sono pienamente soddisfatte e che « non una voce di rimpianto sincero è risuonata per il vecchio sistema ». Ora tre mesi di esperienza amministrativa, dove si e dove no, costituiscono uno spazio di tempo troppo breve per giudicare dei risultati. Bisognerebbe aspettare, per lo meno, la chiusura dei bilanci di un anno. E della popolazione nulla con certezza si può dire, fino a che almeno non le si offra l'occasione e il mezzo di manifestare la propria opinione. Certo : c'è, in genere, la curiosità per la cosa nuova. Che se poi dobbiamo riferirci alle manifestazioni che se ne sono avute nel partito, critiche e recriminazioni ~on sono mancate. In fondo il provvedimento, piuttosto che colpire l' elettoralismo in genere, già di fatto abolito, colpisce l'elettoralismo del partito. ' E infatti l'elettoralismo - nelle sue diverse forme - che il sistema fascista tende ad eliminare, grado a grado. Lo ha dichiarato l'on. Federzoni nella sua intervista. « L'abolizione del sistema elettivo » : ecco il còmpito che il fascismo si è posto nettamente. Nelle amministrazioni locali e al di fuori di esse. Il sistema elettoralistico - afferma sempre il Ministro - è « errato come principio di sovranità ». Il fascismo vi sostuisce a gradi un sistema diverso. in cui tutte le cariche sono << emanazione diretta del potere centrale », incominciando dagli enti locali, cioè dalle istituzioni più vicine e sensibili al popolo. Il Podestà è la espressione migliore del rovesciamento operato delle basi della sovranità. Nè crediamo sia destinato ad essere solo questo. Per qualche segno c'è da pensare che possa divènire anche il pernio di tutto il ·nuovo sistema. Ad ogni modo, anche se così non fosse, il criterio base che ha servito per istituire il Podestà nei Comuni, . resterà di base per le ulteriori riforme. Un'altra riforma che si annunzia vicinissima è quella delle Amministrazioni Provinciali. L' on. Federzoni, accennandovi nelle sue dichiarazioni, si è limitato a dire che i Consigli Provinciali dovranno essere ordinati nel senso che i poteri amministrativi siano affidati « ad organi che, come i Podestà, ripetano la loro origine direttamente dallo Stato ». Quel che non ha detto il Ministro ha però chiarito ed illustrato ampiamente, in una intervista col Popolo d'Italia ( 1), l'attuale presidente dell'Unione delle Provincie d'Italia, avv. Sileno Fabbri, il quale si è preoccupato di stabilire, intanto, che quanto al modo di costituzione della rappresentanza esso, per logica stessa del fascismo, non può essere che nella sostituzione del criterio del « cittadino scelto dall'alto per coprire cariche pubbliche» al criterio del « cittadino elettore ed eleggibile in quanto cittadino avente diritti civili e politici ». In altre parole, spiega l' avv. Fabbri, « le cariche inerenti ali'Amministra- ( 1) Popolo d'Italia, 1 ° settembre 1926. Biblioteca Gino Bianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==