La Critica politica - anno VI - n. 8-9 - ago.-set. 1926

GIUSTINO FORTUNATO 321 e tali da costituire, in progressiva tumefazione, il più grave malessere della successiva vita politica nazionale. Quanto vera e reale fosse questa disperante constatazione lo dimostra la persistenza del male nella nostra vita attuale. Non più tardi di ieri un giovane, la cui giornata ·si è tragicamente chiusa prima di sboccare nel suo naturale domani, che anche noi sognammo, pose, al centro dell'attuale problema italiano, la necessità di una rivoluzione liberale che risolvesse cotesti inceppanti residui ( 1). IL FONDAMENTO REALISTICO DEL SUO PENSIERO Antiveggenza, dunque, quella del Fortunato. Antiveggenza, per certo, ma tale eh' essa derivasse come logico corollario dalla minuta penetrazione e dalla ·chiara conoscenza del passato e del presente. Le sue numerose indagini storiche, i· suoi viaggi - vere esplorazioni compiute a dorso di mulo e, più sovente, a piedi - attraverso le campagne e i monti del nostro Mezzogiorno, stanno a dimostrare quale sostanzioso fondamento egli ponesse alle sue diagnosi politiche. La povertà materiale e la più grave povertà. morale del Mezzogiorno furono asserite in base ad una lunga esperienza attuale, consolidata ed illuminata da un acuto e profondo senso storico. E se la nozione dell'arretratezza materiale diede al Fortunato il sommario di tutta l'azione concreta (che si svolse in memorabili battaglie parlamentari per la perequazione tributaria, per una politica doganale di libertà, per il credito agrario a buon mercato, per la trasformazione dei monti frumentari, per i lavori pubblici ecc.) fu la coscienza dell'arretrato sviluppo morale del nostro popolo che fece sostenere al Fortunato la necessità iniziale di una sapiente, larga, diffusa pedagogia politica. Tesi, quest'ultima, alla quale molti che da essa si erano allontanati, in una fallace illusione di superamento dottrinale, son tornati, e torneranno, fatti sempre più accorti della impossibilità di applicare sistemi politici di seconda approssimazione ad un popolo, come l'italiano in genere, e il meridionale in ispecie, cui faccia difetto il più elementare ed iniziale dei fondamenti. VALORE ATTUALE DEL SUO PENSIERO Come si vede dalla pur sommaria ed affrettata nostra enunciazione, il pensiero del Fortunato, ancorchè manifestato in epoca alquanto remota, è tuttora vivo ed attuale. Le sue idee, le sue formulazioni, riguardate così rispetto ali' epoca in cui sorsero, come ali' epoca odierna, ci appaiono in guisa di pattuglie schieIate verso il presente e - purtroppo - verso l'avvenire. Purtroppo : perocchè nonostante la maggior parte dei termini del problema posti in chiaro dal Fortunato contenessero in sè la chiave per la soluzione, essi SOl}O rimasti insoluti sia per inconoscenza o insufficiente consenso da parte dicoloro che più direttamente avrebbero dovuto concorrervi {com·,è dei tentativi di ( 1) Per altri sviluppi pratici di questa concezione, nonos~ante la diversità di conclusioni -consultare; 'G. DORSO : La ~ivoluzione Streridionale, Torino, Go betti ; e l'ottimo recente lihro di O. ZUCCA~INI : Esperienze e soluzioni. Roma, Libreria Poi. Moderna, 1926. Biblioteca Gino Bianco

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