La Critica politica - anno VI - n. 8-9 - ago.-set. 1926

312 LA CRITICA POLITICA del mondo classico-cristiano sul continente, che d'allora in poi, con la Rinascenza e la Contro-Riforma va ripaganizzandosi e svuotandosi d' idealismo morale, ne.I mentre dall'Isola di Shakespeare e di Milton sorge, con la libertà, tutta una cultura e costellazione di popoli, sulla quale più veramente che sullo impero di Carlo V il sole non tramonterà ·più mai, quel sole che noncurante dell'augurio oraziano, illumina ogni giorno una grandezza destinata a non essere più eguagliata ed oscurata nemmeno da Roma. Sicuro. Fino verso la fine del Medio Evo l'Inghilterra è impegnata a maturare quei liberi ordinamenti interni, quelle libertà civili, politiche e religiose, per difender le quali dalle ricorrenti minacce del dispotismo or di questa or di quella potenza continentale mossa dal sogno imperiale di Roma antica, dovrà nell'evo moderno scendere in campo contro Filippo Il, Luigi XIV, Napoleone I, . Guglielmo Il, schierandosi coi più deboli contro il più forte e promuovendo la indipendenza di nuovi popoli e il diffondersi di libere istituzioni come le sue, sul continente europeo e di là dagli Oceani. L'Impero Britannico è l'ultima e la più grande e viva creazione di quello stesso spirito fondamentalmente antidispotico del Medio Evo, che creò i Comuni, eresse le Cattedrali e diede al mondo la Divina Commedia e che altrove cedette ai dispotismi monarchicomilitari del Rinascimento e dell'Evo Moderno. Lord Acton vide molto bene che lo spirito di libertà e i migliori aspetti del Cattolicismo medievale e della stessa tradizione romana soprav"Vivonopiù di qua della Manica che nelle nazioni rimaste nominalmente cattoliche, ma cattoliche di un cattolicismo irrigidito, impaganito e imbizantinito. E come da uno studio approfondito di queste grandi guerre continentali dell'Inghilterra non solo la tradizionale leggenda della Perfida Albione viene smentita e spiegata, ma la politica estera inglese, nonostante le sue macchie non poche, esce, in complesso, più luminosa à' ogni altra. La leggenda della Perfida Albione si spiega infatti con la circostanza che l'Inghilterra dovendo successivamente mettersi contro ogni grande potenza aspirante ali' egemoni a sul continenle e quindi a poterla isolare e asservire, è stata successivamente alleata prima e nemica poi di tutte le grandi potenze prese dal sogno imperiale romano ; nonchè con la circostanza che, mentre sul continente la politica estera era mo- .nopolio esclusivo delle Corti, in Inghilterra essa fu prima che altrove esposta alle oscillazioni derivanti dal succedersi dei partiti al potere e dovette le sue linee permanenti alle permanenti necessità per essa, come Stato insulare, di mantener sul Continente l' equilibri0 delle potenze, volgendosi oggi contro chi~ debole ieri, minaccia di diventar troppo forte -domani. Perfino nel secolo XVIII, secolo di grande Realpolitik, Montesquieu, figlio di una Francia da secoli in lotta con l'Inghilterra, riconosce che gli uomini di stato inglesi sono quelque peu plus honnètes que les autres I E che dire del fatto che ali' indomani delle guerre napoleoniche l'Inghilterra, oltre a rinunziare a ogni indennità, restituisce alla Francia,- all'Olanda e alla Spagna quasi tutti i territori conquistati, ammontanti nel loro insieme a un vero e pr~prio continente ? ·Biblioteca Gino Bianco

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