La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

LA REALTÀ RURALE DELLA RIVOLUZIONE RUSSA 263 ---------- --- -- - -:=::=::===::-:-:-:--:---=:---:-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-=-= nel tempo {1) che altro non è in fondo, che un diritto di proprietà vero e proprio. Tanto vero che il coltivatore ~uò « coltivare la terra nel modo da lui scelto, e secondo il suo desiderio » ; può costruire sul fondo edifici e attrezzamenti e questi insieme ai seminati, alle piante, alle scorte vive e morte, tutto « gli appartiene »; può estendere infine la sua coltivazione e così accrescere la sua proprietà. Manca nel nuovo Codice il diritto di vendita e di donazione, mentre il diritto successorio rimane alla famiglia. IJ diritto ereditario cioè non è inerente alle persona: continua nella famiglia senza pregiudicare l'eguale diritto degli altri membri alla utilizzazione della terra. Questo divieto di successione e di permuta che costituisce una limitazione di proprietà è in fondo provvidenziale quando si tenga conto del passato russo e delle condizioni dell'economia rurale russa : impedisce il ritorno al passato, assicurando stabilmente al contadino la terra. Il che non toglie però che, entro certi limiti, il Codice Terriero abbia riconosciuto la facoltà di locazione ( entro i limiti della capacità lavorativa della famiglia colonica) e l'assunzione del lavoro salariato per i bisogni della propria economia. Le leggi in materia usano l'espressione « lavoro ausiliario ». Esse stabiliscono intanto che il trattamento dei salariati, così nelle ore di lavoro come nel vitto, non sia diverso da quello dei componenti la famiglia che li impiega. Gli effetti economici delle nuove disposizioni sono immediati ed evidenti, tanto evidenti da riuscire sorprendenti. Non solo aumenta il numero delle economie famigliari, aumenta anche subito la produttività della terra (2). La carestia che flagellò la Russia nel '21 e nel '22 fu dovuta specialmente al fatto che il contadino, accortosi di non dovere produrre per se, di non potere disporre delle cose prodotte, si astenne dal produrre. La situazione cambiò appena esso si sentì ritornato padrone del frutto delle sue fatiche. Osserva Guido Miglioli (3) - appunto a proposito di tale mutamento di situazione - << non vi è nulla di uguale alla forza che promana dal contadino il quale si sente sicuro e libero nella sua fatica, e si sappia signore della terra che irrora ». Aumentano gli uomini che lavorano la terra e ritornano ad essa coloro che, in seguito alle spogliazioni, se ne erano allontanati. Per ogni versta quadrata « dai 12,8 uomini occupati nel 1922, si procede a 18,0 nel 1923, e, l'anno successivo, si raggiunge la ( 1) MIGLIOLI .. Op. cit. pag. 88. (2) Dice la Relazione della Commissione Operaia Inglese: « Come risultato di questo nuovo orientamento. si è verificata una immediata rinascita dell'agricoltura l) pag. 68. E, per le constatazioni che seguono più oltre, vedi a pag. 72, (3) MIGLIOLI .. Op. cit. pag. 145. Biblioteca Gino Bianco

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