La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

262 LA CRITICA POLITICA -------·- prodotti e il desiderio di migliorare la propria situazione economica ha per lo sviluppo di tutte le attività produttive e per il progresso della economia collettiva. « I contadini - comincia con l'affermare Lenin - non possono restare a lungo sotto questo comunismo di guerra ». « La nuova politica economica ha lo scopo di mostrare come noi possiamo collaborare coi contadini ». Attraverso essa « si arriverà a rialzare la sorte dei contadini ed a promuovere il progresso agricolo ». E quanto al programma comunista, la cui attuazione viene così ad essere ritardata : « La classe operaia deve essere convinta che questo è indispensabile anche al suo migliore . avven1re ». I contadini passano così al primo piano nella politica del bolscevismo. L'opera che lo Stato soviettista ha successivamente svolto a favore dei contadini e per lo sviluppo agricolo - e di cui dà conto, particolarmente, ' l'on. Miglioli nel suo volume - è, senza dubbio, un'opera intensa. E evidente la preoccupazione viva di andare incontro ai desideri e ai bisogni ' della campagna. E altresì evidente che il bolscevismo non ha affatto rinunziato alla sua concezione della società e che non trascura nulla per indiirizzare verso di essa - verso l'organizzazione comunista - i contadini e per favorire esperimenti collettivi. Ma appunto per ciò, acquistano maggior valore probativo le deroghe a cui ha dovuto sottoporsi, e sopratutto i risultati oramai certi di alcuni tentativi. S'incomincia, intanto, con una ammissione importantissima. La assoluta libertà economica del contadino è sancita, esplicitamente, dal Codice Terriero del 30 ottobre 1922. Il suo diritto alla utilizzazione della terra è senza limitazione : egli può far parte di una società agraria, come può separarsene, come può esercitare la propria conduzione famigliare con piena indipendenza. L'importanza di tale riconoscimento non ha bisogno di essere illustrata. Come diretto risultato « le economie famigliari si sono moltiplicate ». ( 1) Scemano, invece, le << Comuni » - specie di colonie modello create ed aiutate dallo Stato a scopo di propaganda pratica di comunismo agrario - che sul pi~ncipio, appunto per le condizioni di particolare favore che venivano loro create, avevano avuto grande rigoglìo. Le « Comuni » che erano 3120 nel 1921, senza calcolare l'Ucrain~, si trovavano nel 1923 ridotte a 1672 (2). Quanto alla proprietà il nuovo Codice ripete, è vero, la massima fondamentale che il diritto di « proprietà privata sulle terre è abolito per sempre », ma riconosce poi un «diritto sulla terra destinata a coltivazione non limitato » e cioè illimitato (1) MIGLIOLI .. Op. cii. pag. 133. (2) MIGLIOLI .. Op. cit. pag. 198. Biblioteca Gino Bianco

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