, LA REALTÀ RURALE DELLA RIVOLUZIONE RUSSA 261 fine, il 14 settembre 1919, la legge con la quale il concetto statale della proprietà è nettamente affermato e tutta la terra viene dichiarata e consi- . ' derata come un « unico fondo statale ». E dal 1919 appunto che muta l'atteggiamento nei riguardi dei contadini, e che da una politica passiva si passa ad una politica energicamente attiva secondo un piano prestabilito. Sembra che il bolscevismo si preoccupi di rifarsi del tempo perduto e della tolleranza fino allora accordata alle tendenze spontanee dei contadini. Si vuole che i contadini capiscano bene che la proprietà non è loro, ma è dello Stato ; si mira intanto ad una « organizzazione dell'agricoltura per ·mezzo dello Stato» ; tutto deve essere inventariato e ripartito ; i « comitati di semina debbono decidere e prescrivere ciò che si deve coltivare, in che quantità ed in quale momento. Si. tenta, intanto, di raggruppare di autorità i contadini in vaste organizzazioni collettive. Essendo il commercio un monopolio di Stato il contadino non può vendere il suo raccolto che allo Stato, e al prezzo da questi fissato. Di quì le imposte in natura e le requisizioni forzate dei prodotti. Le consegueJ}ze sono semplicemente disastrose. I contadini nascondono i prodotti, e dove e come possono si ribellano. La cronaca registra : insurrezioni e repressioni feroci, saccheggi ed incendi. I contadini non si occupano più di coltivare. Le quantità prodotte diminuiscono in relazione diretta delle misure coercitive: la crisi economica diviene quanto mai grave. Nel ' 1921 la fame fa strage. E questo il periodo che venne definito più tardi del « bolscevismo di guerra». Si può dire che esso costituisca la più ' grande esperienza che il bolscevismo abbia fatto del proprio sistema. E un peccato che l' on. Miglioli, nel suo libro, sorvoli addirittura questo periodo. Il realismo di Lenin salva la situazione della Russia soviettista. La politica economica del bolscevismo - specie nei riguardi della campagna - muta completamente. La nep, la « nuova politica economica :» altro non è che una vittoria dei contadini sul bolscevismo, il riconoscimento delle loro ragioni. Lenin comprese - dichiara la delegazione operaia inglese nella sua relazione (1) - che il contadino non avrebbe sopportato « a lungo un governo rivoluzionario che gli portasse via il frutto della sua terra ». Sua in quanto - non ostante affermi diversamente la legge dello Stato - egli se ne considera di fatto e di diritto il proprietario. La « nuova politica economica » è inaugurata con particolare riguardo alla agricoltura. Consiste nel riconoscimento della importanza che l'iniziativa indivi~uale, il diritto nel contadino di possedere e di disporre dei beni ( 1) 'Russia - Relazione Ufficiale della Delegazione Operaia Inglese in Russia (novembre dicembre 1924) - Milano, Ed. della S. A. N. E. S. - pag. 67 .. Biblioteca Gino Bianco
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