NOTE DI REGIONALISMO 293 un proprio provveditorato di studi per il Friuli: segna tra le opere compiute o in via di svol• gimento l'impresa dell'Atlante Linguistico, l'Archivio bibliografico friulano, le pubblicazioni dialettali tra le quali, meritevole di imitazione, l'almanacco lo « Strolic • diffuso in 15 mila copie. E c'è ben altro da fare e da ottenere, secondo il prof. Pellis. Bisogna diffondere il canto religioso in friulano, bisogna adoperarsi perchè nelle chiese si predichi in friulano, far riecheggiare « per le strade, per le piane, sul lavatoio, nei campi e per i prati, nell'officina e nell'osteria » le « nostre villotte che sono le più belle creazioni della nostra arte popolare >; deve sorgere infine « la Ciase furlane » • « Questo edifizio deve riprodurre, entro i limiti con~ntiti dalla esigenze pratiche, special• mente nella sua struttura interna, tutti i motivi -di costruzione della provincia : i caratteristici locali del monte, del colle, del piar,o e del mare. Non solo: tutta la decorazione (mosaici, terrazzi, terracotte, ferri battuti) e l' arre- ~amento (mobili, tende, pizzi, quadri, ecc.) dovrebliero essere doni votivi delle singole lo- -calità. In questo edifizio - monumento e simbolo dell'anima nostra - potrebbero avere la loro sede tutte le Associazioni friulane : scientifiche, letterarie, tecniche, musicali e di coltura generale, E nella sala centrale si terranno le rappresentazi0ni del teatro friulano, le conf.erenze, i concerti, le gare corali friulane, i ricevimenti, i balli ; una sala minore sarà la sala di lettura per il popolo ; nei locali laterali le singole società svolgeranno quella molteplice attività che in vario modo fa -onore al Friuli ». E ci sembra che per un programma di pratica azione regionalista ce ne sia abbastanza. L'ENTE PER LE ATTIVITÀ TOSCANE. Abbiamo altre volte accennato all'Ente per le Attività toscane. La stampa quotidiana ha avuto recente occasione di occuparsene con larghezza ed è giusto che se ne riparli anche qui. Si tratta di una creazione fascista, ma appunto per ciò - in quanto è schietta manifestazione regionalista - merita di essere segnalata. Le opinioni fasciste sul valore della Biblioteca Gino Bianco regione, sulla sua funzione, sono infatti alquanto discordanti: v'è l'on. Federzoni che denuncia addirittura il regionalismo come un pericolo per lo Stato; v'è chi vede, invece, nella regione un elemento assai importante della vita nazionale. Lo stesso on. Mussolini ha, in altri tempi, fatto esplicite dichiarazioni in senso regionale. Recentemente poi, qu~ndo gli fu sottoposto il programma regionalista che l' Ente per le attività toscane si propone, egli « riconoscendo la funzione della regione quale aggregato d' interessi e di idealità egregiamente cospiranti ali' armonico sviluppo della totale vita nazionale >, ha detto fra l'altro : e La capitale senza le regioni sarebbe come la grancassa senza gli altri strumenti dell'orchestra ». Opinioni fasciste a parte - e anche se l'opera legislativa dello Stato, piuttosto che nel senso delle regioni, si volge nel senso di un maggiore accentramento - noi dobbiamo dare la dovuta importanza a ciò che in senso regionale o regionalista si fa ad iniziativa degli stessi fascisti. Anzi, appunto, per ciò, perchè si tratta d'iniziative fasciste, queste hanno per noi uno speciale valore probativo. Costituiscono la dimostrazione che il regionalismo ha ragioni di vita assai più forti delle teorie e dei programmi politici anche molto rigidi. L • Ente per le Attività toscane venne costituito tre anni addietro. Nel giugno scorso tenne in Firenze un Convegno inaugurato con grande solennità e con intervento di principi, di rappresentanti del governo, di uomini politici. Inutile dire che i risultati del Convegno hanno risentito della solennità con cui questo venne aperto, del numero delle persone che vi parteciparono per quanto fossero estranee alla regione o assenti dall'attività regionale. Quando si è in molti, anzi in troppi, non si conclude mai molto e bene. In materia regionale e locale giovano . poi, sopratutto, le riunioni limitate, raccolte, tra paesani. Ad ogni modo il Convegno di Firenze ha servito a dare conto di quello che l' Ente ha fatto e di quello che si propone di fare e a suscitare in altri l'idea d' istituzioni consimili. È appunto da quel che il Convegno ci ha appreso sull'opera dell'Ente che qui ne par•
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