La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

NOTE DI REGIONALISMO LtAVVENIRE DEL FRIULI. Abbiamo altre volte additato ad esempio di fervida ed efficace opera di valorizzazione regionale la Società Filologica Friulana. Chi vuol sapere quel che c'è da fare e si può fare nella regione e per la regione, indipendentemente da ogni particolare veduta o intenzione politica, non ha che a vedere come si svolge, in che forme, con quali iniziative e con quale fervore, l'opera della « Friulana ». Un quadro di insieme, molto nitido, ne ha offerto il presidente della Società stessa, il prof. Ugo Pellis, in un discorso pronunciato alla inaugurazione del 6° Congresso Friulano che troviamo riprodotto in uno degli ultimi numeri del bollettino sociale « Ce fastu ~ ». Non sarà inutile, ai nostri fini, riprodurne qualche punto. Intanto si deve tenere presente che la Filologica Friulana è, diversamente da quel rhe il nome lascerebbe supporre, una Società a largo respiro : essa vuol essere « un notevole fattore morale, culturale e nazionale nella vita del Friuli » ed infatti ha saputo farsi, nei suoi 6 anni di vita, centro di tutte le iniziative, anche di quelle che potevano ritenersi di carattere più strettamente economico e amministrativo. Primo suo còmpito : affermare e valorizzare la regione. Il Friuli vuol essere, è, una regione ·a se. Precisa il prof. Pellis : « Udine sta a capo di una provincia d'un milione di cittadini, sta nel cuore di un territorio che ha una fisonomia propria, fondamentalmente agricola, e deve poter mantenersi indipendente dai due grandi centri marinai rivali di Trieste e di Venezia, non in antagonismo con essi, ma formando ~n anello di congiunzione per un legame più stretto nella comune missione nazionale ». Bisogna dare sviluppo alla forza economica del Friuli, attùare un piano organico di coBibliotecaGino Bianco municazioni, fare che il centro della regione possa assolvere alla sua funzione propulsiva e coordinatrice, sostiene il prof. Pellis, perchè il Friuli possa assolvere anzitutto alla sua principale funzione nella vita nazionale ; conciliare all'Italia i nuovi cittadini alloglotti. A questa funzione la Filologica ha dato feconda opera, colle sue biblioteche di propaganda nazionale tra l'altro, e continuerà a darla, Ma appunto per ciò - dice il Pellis, rivolto agli italiani delle altre regioni che sono nel Friuli o come funzionari o come insegnanti o in altra veste - « è necessario che i fratelli di laggiù, ospiti ben venuti tra noi, intendano che in fatto di italianità non siamo secondi ad alcuno ; che i nostri costumi non sono meno civili dei loro ; che le nostre tradizioni vanno rispettate come noi rispettiamo le loro >. Le tradizioni : ecco il segreto della vita regionale. Creare e conservare I dice a certo punto il pr~f. Pellis. e Non basta creare, per il bene del Friuli bisogna anche conservare lo spirito, l'orgoglio della friulanità, dell'intima essenza nostra. E l'espressione più viva del1' essere nostro è la nostra lingua I Non è friulano chi non parla friulano ! J) E più oltre, un episodio : « Ricordino gli udinesi e chiunque fra noi ha bisogno di ricordare : un giorno un personaggio molto alto disse all'on, Girardini : « Ah, Lei è di Udine, dunque è venéto ». A che l' on. Girardini, con uno dei suoi scatti, ribattè: « No, io non sono veneto, sono friulano». Entusiasmo, spirito di sacrificio, amore vivo per il Friuli, amore fattivo : questo chiede la e Filologica » ai suoi soci. Essa impone un lavoro e: con l'imperativo d'una religione•. E si capisce così come le opere si moltiplichino e le iniziative fioriscano. Il prof. Pellis indica tra le iniziative da prendere quelle di una Scuola Superiore di agricoltura, per perfezionare la scuola industriale esistente, per ottenere

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