La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

LETTERE INEDITE DI F. D. GUERRAZZI ECC. 289 « il 12 agto 1852 sostanziandosi il mio credito in L. 3728,15,8 fino a quel • « giorno. « Inoltre trovo che in data del 18 settembre 1852 vi furono spedite col « Lombardo» 2 casse libri, marca M. G. da essere consegnate al medesimo « Guigoni con assegno sulla 1a L n. 350; su la za L n. 350. Nel 23 settem· « bre 1852 vi furono spedite col «Dante» 3 casse libri, meda marca da conse- « gnarli es. dietro assegni su la 3a L n. 350 ; su la 4a L, n. 337 ; su la 5a << L n. 323. In tutto L n. 1710. Finalmente trovo che vi fu spedita una cesta con- ,,, « tenente copie di Assedio di Firenze. « Ora presso voi devono, io credo, o trovarsi le 5 casse libri M. G, e la « cesta Assedio, e se taluna ne ha ritirata Guigoni deve avervi pagato gli assegni: « schiaritemi vi prego su questo~ « Ancora quante sono le copie dell'Assedio contenute nella cesta ? Tanto « questa che le Casse sono presso voi o nell'Entrepò? Quale spesa pagano? « Se non avete tempo di scrivere favorite nota precisa al sig. : Domenico « che me ne scriverà. « Nuove da Genova parlano di pace ; e saranno girandole di borsaiuoli aux « abois. Io mi trovo bene per avere accettato il vs. consiglio a starmi qua: du- « bito del futuro per molte cose e principalmente pel poco giudizio degli Italiani « che stanno bisticciandosi su repubblica o no repubblica, ed il Tedesco ride. « lo vorrei che tutti fossimo col Piemonte, ed anche mi vi· sarei adoperato, ma « il vs. Governo anch'egli è fuor di squadra, e par pagato a posta a sgomen- « tare i buoni Italiani che amano la patria davvero. Addio, amatemi, e col de- « siderio di vedervi in Genova non però come bandito ma onoratamente come « conviene alla mia dignità di uomo e di cittadino mi confermo vs. aff.mo amico D. Guerrazzi » P. S. Se vi venisse fatto d'incontrare il sig. Buffa salutatelo in mio nome. Cl".N>-•••• Cariss.mo Amico « Scrivo per ricordarmi alla vostra am1c1z1a,e per pregarvi a volervi avo- « stro incomodo informare, se adesso, che da un anno mi trovo fuori di casa, « potrei sperare di ridurmi in terra italiana in modo diverso di quello che si « costuma con i banditi. Voi vedete, che nonostante qualche premura del « Governo toscano L. Napoleone è stato contento ch'io mi stia a Bastia; mi « sembra che potesse soddisfarsene il Governo Piemontese, che di certo non mi « sperimenterebbe nemico. « Non ci è dubbio che il G. Duca nello aprirmi la prigione m'impose per « patto, eh' io avessi a starmi fuori d'Italia ; io potrei dire che questi patti non « tengono, che io non volevo accettare questa grazia e che a /orza me la caccia-' « rono giù per la gola; ma io penserei a scrivere al G. Duca dal beneplacito « del quale dipendo a rimanere soddisfatto. lo mi accomoderei in qualche pae- « setto marittimo a levante o a ponente di Genova: ciò poco importa, purchè << io veda il mare. « Prego tenerne proposito col sig. Buffa, cui presenterete i m1e1.ossequii ; « e se la cosa fosse fattibile allora ne scriverei a Firenze come vi ho detto di « sopra. « lo intendo accoglienza onorata, poter venire costà come venni in Francia « senza sotterfugi, e con le mie carte in regola rilasciatemi dalle Autorita Sarde. « La faccenda però non urge, perchè fino a mezzo autunno vorrei rimanermi in « Corsica dove il flagello non ha potuto, come Dio volle, attecchire. « La vs. risposta sia che la mandiate al D. Mannini a Livorno, sia che la mandiate al vostro corrispondente a Marsiglia, mi perverrà ugualmente. B"blioteca Gino Bianco

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