La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

288 LA CRITICA POLITICA ------------====================-=-====-=-=-=-=============-=== partito. Ma avvicinandosi il nemico, ed avendo il generale D' Aspre fatta avvertire la municipalità che se, al suo entrare in Firenze, vi avesse trovato il Guerrazzi, avrebbe dovuto farlo fucilare, il Capponi e l' Hamilton, ministro ininglese, tanto si adoperarono che il Guerrazzi, già, in carcere, alle Murate, fu trasportato segretamente a Volterra donde fu, più tardi, rinviato a Firenze. Processato per lesa Maestà, nonostante si difendesse con l'abilità di chi per lunga pratica conosceva le aule di giustizia, fu condannato ali' ergastolo : pena commutatagli, poscia, ali' esilio. Durante il periodo della carcerazione preventiva aveva intanto scritta la Beatrice Cenci e purtroppo si guadagnò una dolorosa malattia intestinale con attacchi epilettici. Fu così che dopo cinquantadue mesi di carcere egli prese la via dell'esilio e per motivi di salute scelse di stabilirsi a Bastia in Corsica, località che aveva per lui anche il vantaggio di essere molto vicina alla patria tanto amata così da poterla quasi vedere. Egli pensava inoltre che gli sarebbe stato possibile esercitarvi le professione dell'avvocato e di attendervi ai suoi lavori letterari anche per sopperire ai bisogni incalzanti della famiglia e, sono sue parole, riparare ali' economia domestica presso a poco distrutta da tanti disastri e spese. In quell'isola il Guerrazzi trovò affetto, ospitalità e ispirazione a nuovi scritti: La torre di Nonza; La storia di un moscone; il Pasquale Paoli, tutti e tre intorno alla guerra sostenuta dai Corsi contro Genova e contro la Francia e tutti e tre intesi a dimostrare la verità di quelle parole della dedica a Garibaldi del Pasquale Paoli: « La somma provvidenza ha ordinato che dalle mani dei tiranni, degli stranieri, altro non possa· uscirne, eccetto odio, fraudi, catene ». Il soggiorno in Corsica, nel quale il Guerrazzi ritrovò la salute, in un romitaggio che egli chiamò « villa portentosa su un colle in riva al mare », fu molto proficuo per la sua attività letteraria : proprio in quel periodo pubblicò la Beatrice Cenci scritta in carcere e la cui edizione fu sequestrata per intero, come risulta da una delle lettere da noi pubblicate, e cominciò anche a scrivere l'Asino. Scrisse pure una vita da Sampiero di Ornano che dedicò: « Ai Corsi che ricordano se essere italiani in pegno di fratellanza italiana » • Ed ai Corsi, nonostante la sua prevenzione, dovette attenzioni e premure che volsero a mitigare la noia dell'esilio ed a calmare il suo spirito battagliero ed inquieto .. Tuttavia fin dal 1854 egli pensava a lasciare la Corsica, come risulta dalle due lettere che seguono ; e fin da allora egli pensava di andarsi a stabilire in • « qualche paesetto marittimo a levante o a ponente di Genova » come scriveva1 al Rubattino. Ecco le due interessanti lettere a quest'ultimo di cui era buon amico e che anch'egli gli aveva consigliato di ritirarsi in Corsica : Bastia - 1 O ap .le 1854. « Mio caro amico, « Mi perdonerete se v'incomodo, ma spero che non mi avrete per impor- « tuno chiedendovi informazione sopra i punti seguenti. « Nei libri del cariss0 Amico Bertani trovo eh' egli liquidò col S. Guigoni Biblioteca Gino Bianco

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