La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

CULTURA E LOTTA POLITICA NEL SETTECENTO SICILIANO 277 pubblica ai problemi economici e politici. La rivolta economica di Palermo de 1773 arma il popolo contro il Vicerè, che è costretto a fuggire : e conseguenza dello screditamento dell'autorità vicereale fu, naturalmente, la rivalutazione dello istituto parlamentare, forza legale della volontà nazionale ( 1). Fu così che il Parlamento del 1773, adunatosi in Cefalù, potè dimostrare un'insolita attività, che denunziò anche maturità nei parlamentari, concordi nel richiedere provvidenze utili alle sorti dell'isola. Avvenimenti economici e coltura storica contribuiscono quindi nel secondo settecento a formare il nuovo diffuso·pensiero politico. È significativo il fatto che dopo il tumulto del 1773 il Parlamento discorre più seriamente delle cose pubbliche, delle gabelle, della ripartizione dei donativi, della negletta agricoltura. Nel 1770 era stata pubblicata dalla Deputazione del Regno una « Descrizione generale de' fuochi anime e facoltà allodiali» della Sicilia, richiesta dall' opinione pubblica per una più equa distribuzione delle tasse secondo i nuovi aumenti di pppolazione: descrizione alquanto rozza e approssimativa, condotta cioè senza metodo statistico, ma che dà il la a utili discussioni economiche e civili. È da questo momento che certe questioni sociali entrano nelle accademie e anche nelle università, dove finora lo studio, del resto molto apprezzabile, era limitato al diritto privato e canonico. Il problema serio, gravissimo, dell'economia in rapporto alla felicità dello Stato, già sceverato a Napoli dal Genovesi, entra così, ufficialmente, negli studi dell'isola. Nel 1779 il Re consente che una cattedra di economia civile sia istituita nell'Università di Catania. Il problema economico è vitalissimo nei riguardi delle condizioni siciliane, e gli studiosi se ne rendono conto ben presto: un'altra cattedra, dopo quella catanese, viene istituita a Palermo. Le condizioni dell'economia siciliana sono, in realtà, disastrose: vaste proprietà sono accentrate in mano dei baroni che non le valorizzano, e da altro canto questi baroni, i soli a poter disporre dei mezzi di ricchezza, cercano di sottrarsi ai gravami fiscali, sforzandosi di farneli addossare al popolo continuamente dissanguato. I continui «donativi» vengono dai baroni parlamentar{ fatti gravare sulla massa, anzichè sui loro beni, provocando così, sempre più, uno stato di malessere generale. È in tal miseranda condizione che nel 1782 il Vicerè Domenico Caracciolo, venendo in Sicilia, trova quest'isola. LOTTA E CULTURA POLITICA IN SICILIA SOTTO IL VICERÈ CARACCIOLO. La figura e l'opera di questo Vicerè Caracciolo assumono nella storia dell'isola grande interesse. Si sa che la storia siciliana corre, piuttosto che da un sovrano all'altro, da questo a quel Vicerè : infatti il dotto storico De Blasi, vlendo scrivere una storia di Sicilia, scrisse una storia dei vari vicerè· e presidenti (2). Sotto Caracciolo, la coltura politica siciliana assume quei caratteri pe- ( 1) Conslderazioni sulla storia di Sicilia, da 3ervir d, aggiunta e di chiosa al Botta, di PIETRO LANZA DI SCORDIA, Palermo, 1836. (2) DE BLASI G. E., Storia cronologica dei 1'icerè, luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia, Palermo, 1790. (v. ancora: AURIA V. Storia crono[. de, vicerè di Sicilia dal 1947 al 1675 (Bil. Com. Pal.); MONGITORE, .f/.ggiunte e correz. alla storia dei 1'i~erè di Sicilia di 'V. ./I.uria (id.); VILLABIANCA., Continuazione dei 1'icerèdi Sicilia dal 1754 al 1798 ; etc.) Biblioteca Gino Bianco

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