La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

CULTURA E LOTTA POLITICA NEL SETTECENTO SICILIANO 275 =========================-=====---==-=-======----=-=--== ----- -_-:-_._--_- -- _-.-:._-:.__-_-_-::... Appartengono ai secoli decimosesto e decimosettimo alcune pregevoli trattazioni latine sui diritti e doveri dei parlamentari, sulle facoltà della Deputazione del Regno, e così via. Studi, questi, che vengono man mano a declinare col declinare dell'istituto parlamentare, ridotto sempre più alla meccanica funzione di approvazione dei « donativi », contributi nazionali pei bisogni finanziari dello Stato. Il Gaglio, dotto giurista agrigentino, discorrendo. nel 1759 della potestà legislativa, l'affida intera al Sovrano e non accenna menomamente al Parlamento, che pure è di diritto, se non di fatto, la fonte prima d'ogni legislazione, e attribuisce esclusivamente al Sovrano la facoltà di istituire tasse, gabelle e dazi, per quanto sia stato per l'innanzi, e risarà in seguito, rivendicato a privilegio esclusivo del Parlamento, quale rappresentante la nazione, il diritto di decretar le imposte. Insomma, col Gaglio e con gli altri pubblicisti si veleggia in una concezione che, pur ornata· dei fronzoli dell'erudizione di moda (Montesquieu, Locke, etc.), mantiene le caratteristiche del patriarcalismo statale. Che significa questo? Che mancano affatto impulsi, spiriti originali, risonanze degli svolgimenti stranieri? No: significa solo che lo spirito locale non ha ancora trovato la sua piattaforma pratica, il suo riferimento, oscillante com'è tra l'incuria della cosa pubblica e l'isolamento di biblioteca. Arrivano, sì, in Sicilia, gli echi degli studi, delle riforme progettate o compiute altrove: gli echi del Beccaria, del Genovesi: arrivano e trovano consensi, divulga7.ioni. Anche Rousseau e Voltaire entrano nell'isola e nelle conversazioni dell'isola, sì da ispirare le satire del Meli ( 1), ma è ancora cultura privata, ristretta, che opera fermentazioni intime, personali. Un siciliano, il marchese Tommaso Natale, ad esempio, ha composta dodici anni prima del Beccaria un'operetta ispirata agli stessi concetti di quella del Lombardo (2) : se essa fosse stata a tempo divulgata, la luce sarebbe venuta all'Italia dal sud: quando apparve, Beccaria era già in auge. Ma l'esempio è dimostrativo. La maturazione siciliana è di carattere privato, domestico, non sfocia nella società e meno ancora nella piazza, ha dell'aristocratico; e infatti è cultura aristocratica, essendo u~ patrimonio dei patrizi come la ricchezza, anzi a cagion della ricchezza. È cultura personale, che certa pigrizia nativa, oltre che mancanza di interesse, non fa divenire materia di commercio, e che quindi è più facile desumere da testimonianze di diaristi e viaggiatori che da proiezioni ufficiali vere e proprie. Di alcuni locali svolgimenti di pensiero si ha notizia per le relazioni di qualche forestiero, non perchè ne resti traccia stampata : come se gli intellettuali avessero tenuto ali' intimità delle loro esperienze. Della coltura inglese che il Brydone (3) trovò diffusissima in Sicilia verso il 1770 non sono davvero numerose le documentazioni. Eppure è da .tutti codesti svolgimenti, privati non ufficiali, che usciranno i movimenti posteriori. Ma scuole vere e proprie, autori, centri di irradiamento, poco o nulla, ( 1) MELI, Poesie. La villeggiatura. (2) TOMMASO NATALE, Rif/.e&sionipolitiche intorno all'efficacia e necessità delle pene dalle leggi minacciate ( v. Opuscoli di autori siciliani, T. XIII). (3) v. Vo31ageen Sicile et à Malthe - Traduit de l'anglais de M. BRYDONE F. R. S, par M. Demeunier. Amsterdam et Paris, 1775. Biblioteca Gino Bianco

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