La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

. REPUBBLICANI E SOCIALISTI IN ITALIA 269· scente frequenza gli scioperi - spontanei perchè non suggeriti da alcun partitopolitico. Il programma mazziniano {che ritengo superfluo riassumere qui sia pure per sommi capi) era l'unico programma concreto di rivendicazioni che si offrisse alla classe lavoratrice. Attorno a Mazzini si stringevano perciò, con e anche senza riguardo all'aspetto politico e religioso della sua propaganda, tutti i democratici degni di questo nome, che non avessero con lui particolari troppo vive ragioni di dissenso. Mazzini per quanto prevalentemente assorbito dalle cure del partito, poteva fondatamente sperare di riuscire in un giorno non lontano a organizzare sotto la sua insegna l'intera classe lavoratrice italiana, contadiname escluso. Càpita in Italia il primo socialista di marca : il Bakounine, introdotto e presentato da Mazzini il quale ignora le sue nuove tendenze anarchico-socialiste•. Bakounine d'altronde si è fino allora curiosamente ingannato, come molti altri conoscitori per sentito dire di Mazzini, sui fini e sui metodi del partito repubblicano in lta1ia; lo ritiene un partito di opposizione intransigente che si sforzi di introdurre in tutte le manifestazioni della vita pubblica quel medesimo spirito di libertà su cui ha fatto leva per cacciar d'Italia le dinastie straniere. Non ci fu dunque nè dabbenaggine da parte di Mazzini nell'unger le ruote a Bakounine nè tradimento nero da parte di quest'ultimo nell'immediato rivoltarsi contro Mazzini che fece non appena orientatosi un poco nell'ambiente italiano, non :·senza amarezza, come provano le sue lettere di quegli anni. Ma è· tuttavia notevole il fatto (esaurientemente dimostrabile) che la prima propaganda socialista in Italia fu facilitata da repubblicani e si compiè massimamente in ambiente repubblicano. Forse molti ignorano ancora che Mazzini fu per quattroanni un amico dell'Internazionale. Strano a dirsi, Bakounine, uri forestiere, riesce in un battibaleno a radu, nare intorno a sè e al suo programma di rivoluzione sociale, direi a rivelare a sè medesimi, un non esiguo gruppetto di democratici, mazziniani e garibaldini . Gli è che la propaganda attivissima del libero pensiero e la fortuna incontrata dalle correnti positivistiche che, fuori dagli' ambienti più colti, si traducevano in gretto materialismo, hanno preparato al socialismo un terreno assai favorevole. Bakounine non fa che approfittarne con abilità e con fortuna, rivolgendosi dapprima a una ristretta élite di intellettuali, quindi a un più vasto- pubblico di. operai e di artigiani, ai quali riesce a insinuare il sospetto che Mazzini non ad altro tenda col suo programma sociale a scartamento . ridotto che a solleticare i lavoratori per ottenerne l'aiuto nella lotta per la conquista del potere politico. Dell'opera piuttosto sotterranea svolta da Bakounine si cominciarono a scorgere le conseguenze un paio d'anni dopo la sua partenza dall'Italia, avvenuta nel 1867 : si videro sorgere qua e là robuste sezioni dell'Internazionale, si sentì parlare di una società segreta tra democratici socialisti con ramificazioni all\estero,. fece capolino qualche primo giornaletto di propaganda socialista,- si videro italiani partecipare ai Congressi dell'Internazionale, s'intensificarono certi attacchi contro Mazzini da parte di suoi gregari poco ortodossi, evolventi non, more soBiblioteca Gino Bianco

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