268 LA CRITICA POLITICA vivo e operante, profondamente innestato nelle radici vitali della nazione. Parlo volutamente di Mazzini, trascurando gli altri teorici nostrali del repubblicanesimo, perchè da lui son discese e a lui si son costantemente ispirate la dottrina e la prassi del partito repubblicano italiano nel campo sociale, che è quello che presentemente c'interessa. Mazzini, non v'è dubbio, sta ai repubblicani come Marx ai sociàlisti, e forsè più ancora; chè un revisionismo mazziniano paragonabile sia pure alla lontana con quello marxista non s'è mai avuto ; nel che sta, per me, la massima prova d'insufficienza del mazzinianismo. Credo per contro che di un bagno di mazzinianismo - e se volete solo o sopratutto di spirito mazziniano, rettamente inteso - possa molto avvantaggiarsi il movimento socialista, che ora, ricco di una durissima esperienza, va dolorosamente riprendendo il suo cammino ; se non altro è ormai chiaro a tutti che la pregiudiziale repubblicana è destinata a diventare comune denominatore di tutte le correnti sinceramente democratiche. Il fascismo, che ha salutarmente aperto gli occhi a molta gente e affrettato processi di composizione e di decomposizione lentamente maturantisi, ha in so- -stanza, io penso, segnato la vittoria del principio repubblicano e, nello stesso tempo, probabilmente firmato l'atto di morte di un partito repubblicano italiano; d'ora innanzi, invece di repubblicani tout court, avremo dei socialisti repubbli .. •cani, dei democratici repubblicani e, perchè no?, dei cattolici repubblicani. Dire: io sono repubblicano e basta, sarà dire assai poco, equivarrà cioè a esprimere .una quanto mai generica fede democratica. Di necessità dunque, a parer mio, si giungerà o prima o poi a un connubio tra socialisti e repubblicani, o meglio tra socialisti e una frazione di repub- .blicani; ·connubio che non avrà niente di transeunte, niente di opportunistico -che non si opererà cioè in vista della formazione di un provvisorio fronte unico di battaglia. Ma sono andato fuor di strada, chè il mio intento è solamente quello di riandare le vicende e studiare le relazioni corse tra repubblicani e socialisti negli ultimi sessant'anni. *** Di propaganda socialista in Italia non si principiò a parlare prima del 1865 : il partito repubblicano era allora focte e combattivo; era il più intransigente dei partiti d'opposizione e, per quanto disposto a compromessi e a transazioni, il più sinistro; era, in una parola, il partito sovversivo. Socialismo era parola vaga, mal compresa dai più, usata a designare correnti in Italia ancora di là da venire, da qualche scrittore politico: fra i quali, deplorandola, se ne serviva Mazzini. C'era un modesto movimento operaio, conteso fra democratici moderati e repubblicani, che si limitava a raccogliere élites di lavoratori nelle fila del Mutuo Soccorso, a convocare di quando in f)Uando i loro rappresentanti a Congresso, a pubblicare giornaletti popolari, a fondare e a incoraggiare le Società cooperative. Qua e là, nei centri industriali, v' eran gruppi di operai che ..stavan scoprendo l'arma della resistenza e principiavano a proclamare con ereBiblioteca Gino Bianco
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