La Critica politica - anno VI - n. 7 - luglio 1926

Repubblicani e socialisti • I Il Italia (Dal 1860 ad oggi) L'autore dello scritto che pubblichiamo qui sotto non appartiene al partito repubblicano. L'argomento che egli tratta è in1Jeceuno di quelli che toccano più al vivo la parte repubblicana. Certe sue affermazioni e certe sue considerazioni, sul mazzinianesimo ad esempio, non saranno lasciate passare senza contestazione. Quando si parla di un pensiero sociale mazziniano non s'intende affatto di attribuire a Mazzini la compiutezza di un sistema o di una dottrina economica. Marx e Mazzini così non sono facilmente raffrontabili sullo stesso terreno. E mentre il marxismo come dottrina e come metodo esigeva una revisione, il mazzinianesimo sfugge ad una critica revisionista. In Mazzini aspirazioni politiche e aspirazioni sociali /anno tutt'uno: l'intuizione è pro/onda mentre è debole la sistemazione. Si può anzi dire che il merito del mazzinianesimo, e in un certo senso la sua maggiore attualita, oltre che nelle sue /orti basi morali, stia nell' a1Jere inteso le necessità della nuova epoca senza la pretesa di volerle /orzare entro uno schema preordinato, di avere saputo apprezzare a pieno il 'Valore della partecipazione diretta delle classi operaie alla 'Vita politica e sociale della nazione e di a'Vere inteso tale partecipazione non come pura e semplice lotta, ma anche come costruzione graduale, tenace, paziente, come sviluppo progressi1Jodi mezzi, di qualità, di capacitò. L • associazionismo altro non è che l'associazione libera spontanea autonoma degli operai in vista di uno scopo comune, e come tale è principio sempre 'Vitale. Noi,, almeno, l'abbiamo inteso così. Ed è arbitrario contrapporlo - come per molto tempo fu /atto, appunto nel lungo periodo in cui repubblicani e socialisti si disputarono - al collettivismo come un modo dilJerso e preordinalo d' incassellamenlo dell' umanità. Del resto chi parla più oggi di collettivismo al modo di quindici o venti anni addietro ì Altro punto: il destino del partito repubblicano. Che dell'attuale partito la vittoria del principio repubblicano debba segnare l'atto di morte è più che probabile. La sua attuale e speciale /unzione politica sarebbe finita. Vero è che colla repubblica ci sarebbe pure il partilo della repubblica che sareb.be un ·partilo destinalo a raccoglie1e molta gente. Non sarà probabilmente in esso che i repubblicani attuali potranno trovarsi a loro agio. La stessa qualifica di repubblicani non basterebbe più a stabilire i loro caratteri distintivi, il loro programma, le loro aspirazioni. Quanto al presente, però, è appunto in vista del diffondersi e maturare di una coscienza repubblicana che noi crediamo che il partito repubblicano tanto meglio servirà la propria causa quanto più si preoccuperà di /ondersi e di con/ondersi nel movimento repubblicano del paese. Biblioteca Gino Bianco

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