La Critica politica - anno VI - n. 6 - giugno 1926

IL VECCHIO E IL NUOVO NELL'AZIONE POLITICA 225 di ciò, ma intimamente convinti nel senso di non sentirsi disposti a rendersi prigionieri delle consuetudini e della pratica acquisita, è già risolvere a tale riguardo. E a questo punto chiudo colle esemplificazioni che tuttavia potrebbero continuare. Il nuovo al quale io ho inteso sempre di riferirmi non è insomma, in una serie di proposte ordinatamente elencate in un ordine del giorno da approvare o da respingere con regolare votazi~ne; è, ripeto, nello spirito, nello stato d'animo, nella mentalità di chi dirige e di chi deve seguire. Se lo spirito. è legato al passato ·anche l'opera ripeterà inutilmente il passato. lo cerco da mia parte di lavorare a mutare lo spirito e· la mentalità. E mi sembra che, praticamente, sia già qualche cosa. OLIVIERO ZUCCARINI PAROLE DI SAGGEZZA {Messaggied onori) Messaggi, pensieri, fotografie, dediche : c• è chi nel campo fascista incomincia a manifestare per tutto ciò un certo senso di fastidio. Si osserva che sarebbe proprio il caso di far punto fermo. E, veramente, non a torto. Appunto in un giornale oggi fascista, anzi nazionalista, (La Tribuna) poteva leggersi il 6 corrente a tale riguardo una nota vivace e, a nostro modo di vedere, piena di verità e di saggezza, contro una delle forme retoriche maggiormente in uso. · « Il messaggio - scriveva il giornale fascista - è come il manifesto : discende per li rami giù giù attraverso le gerarchie intermedie fino al modesto segretario che si crede in diritto di moltiplicare questa mediocre letteratura fatta generalmente di rimasticature e di luoghi comuni. < In ogni ricorrenza infatti le cronache sono piene di tali saggi di più o men? bello scrivere. « E nell'annuale dei fasci, come per la nascita di Mazzini, nel giorno dello Statuto come per l'onomastico di un segretario federale, le pagine dei giornali ospitano a centinaia proclami e saluti di illustri incogniti che recano così un efficace contributo alla storia politica dell'Italia. e Ma noi crediamo sia perfettamente superfluo che un medio o un piccolo gerarca fascista esprima la sua opinione su questo o quell'avvenimento una ventina di volte all'anno: come pure riteniamo che, ad esempio, un nuovo giornale o una nuova rivista (ve ne sono già tante, ma ne nascono ancora 1) non abbia affatto bisogno per affermarsi al pubblico di quella serie di pensierini buttati giù in fretta tanto per levarsi di torno un rompiscatole e corredati delle relative fotografie di uomini alcuni ilfustri, alcuni no ». Occorre abbandonare - afferma il giornale fascista - questo genere tronfio e vuoto « che trasforma spesso i giornali e· le riviste di cui sopra in una vetrina di esibizioni personali rendendoli assai simili a certi fogli di un tempo che uscivano in periodo ~elettorale ad uso dei candidati a corto di altri buoni argomenti e smaniosi di pubblicità ». Genere di pessimo gusto in- , tanto - secondo il giornale fascista - e niente affatto educativo. D'accordo. E quel che pensiamo anche noi. Biblioteca Gino Bianco

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