220 LA CRITICA POLITICA L'enumerazione potrebbe continuare, mettendo in evidenza l'enorme superiorità dell'industria automobilistica americana e di molti alb·i rami del1' industria meccanica; ma basterà notare, come conclusione, che la conseguenza di una così rapida espansione si manifesta nella mutata situazione degli Stati Uniti nei loro rapporti con le grandi potenze capitalistiche di Europa; mentre nel 191O si calcolava che essi fossero debitori verso l' estero per almeno 30 miliardi di lire oro, attualmente i loro crediti non devono essere inferiori ai 60 miliardi ( 1) . Conseguenza fatale di questa mutata situazione dei mercati è la forte diminuzione nelle esportazioni dei manufatti inglesi, e la contrazione che ne è derivata nell'attività di molte fra le sue industrie. Senza parlare della crisi, troppo nota, dell'industria mineraria, basta ricordare che gli operai cotonieri inglesi sono obbligati da 5 anni alla giornata di lavoro ridotta (30 ore settimanali invece di 44), e che in altre industrie, dove non si può adottare il regime del lavoro ridotto, la disoccupazione imperversa, mantenendosi intorno ad una media giornaliera di 1.20 0.000 disoccupati, superiore di circa 800.00 alla media dell'anteguerra. I colori del quadro pos~ono sembrare troppo neri quando si osservi la meravigliosa solidità finanziaria rivelata dal Regno Unito, che in pochi anni ha potuto risanare il suo bilancio, iniziare il pagamento del debito ve~so gli Stati Uniti, e ritornare alla valuta aurea; e quando si tenga presente che la marina, massimo fattore della potenza mondiale dell'Inghilterra, conserva tutta la sua attività ed il suo antico primato. Ma nonostante tutto ciò e nonostante altri segni di forza e di solidità dell'economia inglese, il fatto che la sua industria non sia riuscita, dopo 8 anni, a riconquistare le antiche posizioni e che essa abbia anzi seguitato a perdere terreno di fronte a vecchi e nuovi rivali, giustifica le preoccupazioni sullo àvvenire economico dell'Inghilterra, che sarebbe poi minacciato in forma anche più grave e definitiva da un probabile spostamento del centro dei traffici mondiali dal Mare del Nord verso la riva opposta dell'Atlantico. Se queste previsioni pessimistiche. dovessero avverarsi, potrebbe ripetersi per la Gran Bretagna nel secolo XX, quello che è avvenuto per Ve- ( 1) Ricavo la maggior parte di queste cifre dalle ottime Prospetti11e economiche per il /926, in cui GlORGtO MORTARA continua e perfeziona il suo prezioso e riuscitissimo ten• tativo d( inquadrare le noti-zie sulle condizioni economiche dell'Italia nel disegno più vasto della situazione economica mondiale. La lettura dei volumi del Mortara dovrebbe essere la miglior cura profilattica contro la malattia del provincialismo, gretto e miope, di cui ancora soffriamo, e contro certi sogni di indipendenza e di isolamento economico, in cui sembra fatale che dobbiamo periodicamente ricadere. Biblioteca Gino Bianco
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