La Critica politica - anno VI - n. 6 - giugno 1926

NotE DI REGIONALISMO 253 zione delle nostre diversità regionali e 1ns1eme dal loro avvicinamento. Questa volta il Congresso fu organizzato da la Pro Torino. E i risultato è stato superiore ad ogni previsione Di che vi si è trattato } Primo tema del Congresso; Il teatro dialettale. Riferì un valoroso commediografo, il prof. O. Castellino. E' un fatto che il Teatro dialettale sta rifiorendo in ogni città italiana. Il pubblico vi si accosta ovunque con fervore rinnovato. La commedia italiana è sorta dalla scena popolare in vernacolo. E solo forse risalendo alle fonti si potrà dare ossigeno al Teatro Nazionale. Altro tema : 'Del metodo più opportuno per la raccolta e la Qalorizzazione degli elementi folk.lorici e dialettali. Parecchi studiosi avevano presentato le loro proposte al Congresso, ed efficace coordinatore e relatore di esse fu all'assemblea il prof. L. Collino. Di queste monografie egli segnalò in modo particolare, per la loro· serietà e praticità, quelle del p,·of. Zorzùt, friulano, e del Massaroli, romagnolo. In quanto poi ai metodi e ai mezzi per favorire e coordinare il lavoro, questi sono molti. Si è costituita a Milano un•associazione nazionale per gli studi dialettali e folklorici ; ma essa non può bastare a tutto. E• opportuno pertanto che in ogni regione si costituiscano dei Comitati particolari che facciano capo ad essa e ne seguano le direttive. E per la raccolta dei materiali bisogna far tesoro di coloro che vivendo in diretto contatto con il popolo, più sono in caso di conoscerne il linguaggio e la vita : parroci, medici, insegnanti. E a questo punto si presenta il terzo tema : Rapporti tra il dialetto e la scuola. Gl'insegnanti, le maestre e i maestri dei più lontani villaggi possono fare molto, raccogliendo materiali folklorici preziosi. Ma perchè possano 1 farlo bisogna che, prima di tutto, s'incominci col rispettare i dialetti. E per il suo dialetto, e per il francese, che come lingua letteraria è, insieme con l'italiano, parlato e scritto nelle sue vallate, ha nel Congresso alzato la voce il prof. Chanoux, aostano. Biblioteca Gino Bianco I valdostani sono attaccati al loro passato per quanto dei loro sentimenti nazionali non ci sia da dubitare, menomamente. « Nous sommes à vous », essi dicono, ma voi non dovete privarci della nostra lingua materna « che hanno parlato i nostri antenati, i nostri principi, i nostri signori castellani, da 14 secoli, quando voi ancora divisi e soggetti non avevt1te l'onore di possedere una lingua nazionale ». E speriamo che il loro grido sia inteso, come lo ha inteso e accolto il Congresso. Altro tema che il Congresso ha trattato fu quello dell'fitlante linguistico. Il Congresso di Torino ha subito capito, come capì l'anno scorso Milano, che l'Atlante è oggi il più grande e più importante fatto della filologia italiana. I problemi scientifici attinenti ad esso sono stati oramai, per merito sopratutto di Matteo Bartoli, risolti. Rimangono le difficoltà pratiche per tradurre in atto l'impresa. Quali siano questi ostacoli, e come un•ostinata volontà e un intenso amore della scienza riesca a vincerli, disse al Congresso il prof. Pellis, che è il raccoglitore del materiale: senza aiuti di sorta egli percorre pianure e valli, si inerpica fino a villaggi remoti per raccogliere fedelmente la parola di ogni dialetto. Sole, pioggia. fame, sete non lo arrestano. Finora ha fatto 30 stazioni ; ne rimangono altre 700. Il problema è dunque di facilitargli il compito. E l'onore spetterà a T orino che nobilmente se lo ha assunto. E il Congresso non fu un•arida cosa. Al contrario fa l'occasione per riunioni e manifestazioni calde di colore e di fraternità. Intervennero intanto letterati e poeti dalle varie parti d'Italia: Lorenzoni e Zorzùt di Gorizia, poeti dell'antico ceppo italico come Testoni e Trilussa, piemontesi di provata fede sabauda ,; come Antonio Chanoux di Val d'Aosta e Mario Leoni di Torino, liguri tenaci., come Italo Mario Angelani, e napolitani canori come Viviani e Bovio, veneti come Barbarani e Tosi ; i professori Bertoni e Bartoli dell'Università di Torino, T erracini dell'Università di Cagliari, lombardi festosi e rùmorosi come Crepaldi e Badini. Ci furono ricevimenti in

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