\ FIGURE DEL MEZZOGIORNO . FrancescoSaverioSalfì (1759..1832) Un giorno l'abate Ferdinando Galiani, che fu non solo uno degli spiriti più arguti, ma uno dei più dotti e versatili del suo tempo, si trovava nella bottega di un libraio di Napoli, quando un giovane studente calabrese vi entrò per acquistarvi dei libri ; l'abate Galiani l'osservò ed attaccò discorso con lui e non tardò ad accorgersi d'aver a che fare con un giovane che non difettava d'ingegno. Il giovane a sua volta, entrato un po' in confidenza con lui, si fece lecito di chiedergli dei consigli sulla scelta dei libri da acquistare e studiare. « Ebbene, gli disse l'abate-filosofo, preferite Plutarco, Bayle, Montaigne, Locke, Montesquieu etc.; portate con voi questi bravi signori; fate che essi siano bene accolti dai vostri calabresi; i vostri concittadini ve ne saranno certo assai grati quando li conosceranno » • Il giovane calabrese si chiamava Francesco Saverio Salfi e l'aneddoto è da lui stesso raccontato in una nota alla Correspondence inedite del Galiani, stampata a Parigi nel 1818 ed annotata dal Salfì, ed è rivelatore dei primi studi su cui ebbe a formarsi la personalità di una figura meridionale non di primo ordine come quelle di Vincenzo Cuoco e Mario Pagano, del Russo e del Lomonaco, ma che tuttavia meritava di essere tratta dall'immeritato oblio al quale era stata finora condannata. Ed ad una tale opportuna rivendicazione mira il bel volume, di recente uscito, sul Salfi, frutto di lunga e accurata fatica, che pubblica Carlo Nardi, inteso a presentare organicamente la figura del patriota calabrese; volume che finisce coli' arrecare un notevole contributo alla storia delle origini del nostro Risorgimento molto più che non appariva dal nome modesto e poco noto del Salfì ( 1) . L'aneddoto che non abbiamo ricordato per un mero interesse di curiosità, può dare un saggio del modo come le idee degli enciclopedisti francesi facessero relativamente presto a penetrare anche nel Mezzogiorno d'Italia, onde è lecito affermare che una parte, sia pure piccola, della borghesia colta meridionale, era preparata ad intendere le novità che di lì a pochi anni dovevano venire di F rancia a sconvolgere tutto il vecchio mondo, compreso il Mezzogiorno d'Italia. La figura del Salfi, nato a Cosenza nel 1759, è anzi in un certo modo significativa di questo .ambiente della piccola borghesia meridionale: dedicatosi alla carriera ecclesiastica, che era allora l'unico modo per coloro che non avevano beni di fortuna di procurarsi uno stato superiore alla propria condizione, ( 1) CARLO NARDI. La -i,ita e le opere di Francesco Sa1'erio Salfi - 1759~ 1832. Libreria Editrice Moderna, Genova, 1925, pp. XX-404. Biblioteca Gino Bianco
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