218 LA CRITICA POLITICA antica superiorità; la marina britannica seguitava a dominare su tutti i mari ; Londra era sempre il più grande mercato finanziario e commerciale del mondo ; il capitale inglese non solo bastava largamente ai bisogni nazionali, ma penetrava, e spesso dominava in tutti i paesi vecchi e nuovi de la terra. Ma di fronte a questi elementi positivi, non mancavano gli indici di una stazionarietà o di una lentezza di sviluppo e di trasformazione, che potevano destare serie preoccupazioni. Tutte le industrie nuove, l'industria elettrica, l'industria chimica e l'industria automobilistica sopra ogni altra si sviluppavano in Germania e negli Stati Uniti con una rapidità e una grandiosità che in Inghilterra erano del tutto sconosciute. Nell'industria del fen·o, considerata come la dominatrice del grande industrialismo moderno, l'Inghilterra, che per un secolo ne aveva goduto il primato, doveva lasciarsi superare e distanziare dalle due grandi rivali. Nell'industria meccanica e nella stessa industria cotoniera, che seguitava ad essere la sua massima industria, l'Inghilterra conservava il primato per la qualità, ma non riusciva ad assicurarsi tutta la clientela minuta, che ricerca il prodotto a buon mercato, e che essa, da gran signora, abbandonava ai concorrenti . . m1nor1. Nelle forme dell'organizzazione della grande industria capitalistica, nel la standardizzazione cioè dell'industria, nella formazione delle grandi concentrazioni industriali, nei legami strettissimi fra banca èd industria, essa non voleva mettersi sullà strada su cui con grande audacia si erano avviate la Germania e gli Stati Uniti, e restava attaccata alle forme tradizionali, prevalentemente individuali, dell'industria, ed alla netta separazione fra attività bancaria e attività industriale, con cui essa era arrivata alla enorme prosperità presente. Con questa fede serbata ai vecchi sistemi di -maggiore prudenza essa si assicurava la fama ben meritata di una grande solidità ; ma rinunciava anche ad un fattore potente di una rapida espansione, per cui le sue rivali, in due o tre decenni soltanto, potevano avvicinarsi minacciose alle posizioni che essa aveva faticosamente conquistate in un secolo e mezzo di lavoro e di progresso quasi costante. La guerra mondiale, di cui secondo le apparenze il Regno Unito sarebbe stato il massimo profittatore, ha invece accelerato in misura superiore a qualunque previsione quello spostamento delle forze economiche e dei mercati mondiali, che nel 1913 appariva ancora come una lontana ed incerta minaccia. Per un paese come la Gran Bretagna, dove la terra non permette di alimentare che un quarto od al massimo un terzo della sua popolazione, e dove questa popolazione è ormai abituata ad un tenore di BibHoteca Gino Bianco
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