La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

' 144 LA CRITICA POLITICA ' conseguenze non potranno essere mai illiberali. E anzi proprio a questo punto che bisogna dire che. il senso della libertà è nei rurali assai più dif- ' fuso e vivo che nelle altre classi (1). E connaturato alla loro stessa aspirazione di possedere la terra. Ciò che per gli altri è spesso una espressione rettorica, suscettibile di diversa interpretazione, è per essi una idea chiara, semplice, precisa: la libertà è per il contadino la proprietà, e cioè la piena disponibilità di sè stesso, la facoltà di disporre di sè e delle proprie cose a proprio modo senza limitazioni. « Terra e libertà '>, sono per il contadino una sola cosa, hanno un significato identico. Questo termine è stato durante un secolo, il solo grido rivoluzionario che abbia echeggiato in Russia ed è il solo grido col quale la Rivoluzione vi si rese possibile. Tutta la intuizione politica di Lenin è nell'aver capito che senza i contadini non si poteva fare. E la sua capacità di politico è consistita nell'avere ripiegato. ad un certo momento dal rigido comunismo di Stato sul terreno della realtà rurale dell'economia russa. Egli ha distrutto la proprietà e la libertà nello Stato, ma ha dovuto poi lasciare ai contadini la disponibilità della terra e la autonomia amministrativa di Comune e di villaggio (2): cioè riconoscere limitatamente ai contadini e per quel che sul momento li interessava, il loro diritto alla proprietà e alla libertà. La proprietà è la indipendenza; non solo, come dice Voltaire, << raddoppia la forza dell'uomo », ma dà il senso della dignità, della fierezza individuale. In una nazione dove la proprietà è molto diffusa pure lo spirito della libertà è molto diffuso. Ecco qua, sull'argomento, una opinione di Lubin (3), il fondatore dell'Istituto Internazionale d'Agricoltura: « La parte rappresentata nel passato, nel presente, e che sarà rappresentata nell'avvenire dal piccolo proprietario agricolo indipendente sotto il governo costituzionale a tendenza democratica, è della massima importanza per la nazione. Furono questi piccoli proprietari agricoli che dettero al mondo il Governo costituzionale a tendenza democratica ». La democrazia svizzera è stata una democrazia di rurali : è tuttora una democrazia di piccoli e medi proprietari. Per ciò è una democrazia che non ha subìto forti scosse. Ora in Svizzera i contadini non sono affatto (come potrebbe supporsi) l'elemento m~no evoluto e nemmeno quello che alla vita politica si interessa di meno. Al con• ( 1) « Amo la libertà per istinto, per natura » - scriveva Courier : Scritti di Battaglià. Ed. ltal. pag. 131. (2) Ciò si rileva pure dalla diffusa relazione che l'on. GUIDO MIGLIOLI ha ora fatto sulle soluzioni agrarie della Russia soviettista in un libro Una storia e una idea del quale mi propongo di occuparmi di proposito, prossimamente. (3) AUGUET, op. cit., pag. 56. Biblioteca Gino Bianco

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