La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

140 LA CRITICA POLITICA ==============.:::::::.:::::::.::::::.::::::.::::::..:::-_·==-----_-=------_----=-=-===--=-= tele. Precisamente l'opposto di quello che si è verificato nel resto di Europa. Non è per un caso che la crisi del sistema parlamentare ha coinciso in tutti i paesi con lo sviluppo dello statalismo : tra l'uno e l'altra i rapporti sono precisamente di causa ad effetto. La politica protezionista fu dape1tytto un' acceleratrice meravigliosa dello statalismo. Le istituzioni parlamentari vennero, sì, copiate nelle altre nazioni più o meno bene, male quasi sempre, su quelle dell'Inghilterra, con una differenza però : che in Inghilterra prevalevano già politicamente gli interessi del maggior numero i quali non avrebbero mai consentito privilegi o particolarismi economici a vantaggio di minoranze; fuori dell'Inghilten·a il maggior numero non contava, nè pensava di farsi valere e le istituzioni parlamentari, create da una minoranza, dovevano necessariamente servire ad una minoranza. . In Inghilterra gli interessi del maggior numero erano interessi industriali; nel resto d'Europa erano e restano, invece, interessi agrari. L'industrialismo, che in Inghilterra è necessariamente liberista e quindi strumento di una politica liberale, è fuori necessariamente protezionista e intervenzionista. Gli agrari fuori dell'Inghilterra non hanno, invece, nessun interesse a una politica protezionista. Il dazio sul grano in Italia interessava gli agricoltori, ma solo in quanto rappresentava un piccolo corrispettivo dei dazi ben maggiori che l'industria faceva gravare sull'agricoltura. S'è poi visto che al loro mantenimento l'agricoltura non era affatto interessata. Non so come e in base a che molti scrittori politici possano da noi riporre nelle categorie industriali - operaie e capitaliste - ogni loro speranza di rinascita del liberalismo. L'esempio inglese a tale riguardo, e per le ragioni già d~tte, non conta proprio niente : perchè contasse bisognerebbe che si ripetessero identiche condizioni economiche naturali. Ciò non può essere. Aver dimenticato tale circostanza ha fatto sì che l'esempio inglese fosse in Europa causa, in politica come in economia, di grossi spropositi. Noi abbiamo esempi molto più probanti : il nostro e dei paesi a noi vicini. L'organismo statale si è sempre e dovunque plasmato secondo gli interessi dei gruppi politicamente dominanti. La politica degli Stati continentali di Europa - sola eccezione, forse, la Svizzera - è stata una politica di minoranze: siano pure la parte più evoluta, più capace, più attiva della pop@lazione, ma minoranze. Molto forti i gruppi industriali e plutocratici, forti gli speculatori e, negli ultimi tempi, alcune categorie operaie organizzate. Era inevitabile che queste minoranze agissero in modo di trarre ciascuna dalla propria attività politica particolari vantaggi lasciando ricaderne il costo sulla maggioranza assente ( 1). T aie coincidenza di azione ( 1) Il fenomeno dello statalismo, nelle sue forme e nei suoi aspetti più diversi, non ha altra causa diretta, per quanto mascherata spesso da finalità nazionali. sociali, o umanitarie. Biblioteca Gino Bianco

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