)72 LA CRITICA POLITICA azione pratica ; l'azione pratica è una maniera per giungere alla teoria. La filosofia è, insomma, fusione di pensiero e di attività pratica. Dice Diderot: « Noi parleremo contro le leggi in-- sensate finché non si riformino ; e nell'attesa ci sottometteremo » • La riforma è possibile. Comunque il mondo cammina, L'umanità è suscettibile di miglioramento. Essa anzi mi-- gliora: tende ad un più integrale migliorarr.ento. Ed eccoci arrivati alla teoria del pro-- gresso. La filosofia del XVHI secolo e la teoria del progresso non sono una concezione bor .. ghese, sono precisamente il contrario. A ,dargli torto non saremo proprio noi. Ad ogni modo - comunque il suo studio voglia essere giudicato, e i critici non mancheranno - Arturo Labriola ha reso con questo libro su Voltaire un ;egnalato servizio alla cultura filosofica politica delle nostre generazioni la quale, purtroppo, appare troppo scarsa ed uni-- laterale. UMBERTO RICCI: Dal "Proteziont'smoal Sindacalismo. Bari, Gius. Laterza Ed. L. 12. Il prof. Ricci ha il pregio su molti scrittori di cose economiche di esprimersi in forma chiara e qualche volta vivace ed arguta. Questo pregio deve averlo agevolato nella stessa carriera professorale portandolo molto presto là dove forse altrimenti non sarebbe arrivato : ad occupare successivamente le cattedre di economia tenute a Bologna da Tullio Mar-- tello e a Roma da Maffeo Pantaleoni : due uomini di scienza e d' ingegno v~ramente su-- periori, e scrittori anche brillantissimi. Nel suo libro il prof. Ricci non dice cose nuove od originali : affatto. Ripete verità molto conosciute, dette e ripetute da cento economisti, che dovrebbero appartenere oramai al pensiero comune ed alla comune condotta degli uomini, se gli uomini non avessero la cattiva abitudine di ostinarsi in azioni non logiche, e sopratutto a tradurre il loro particolare inte .. resse in risultati ad essi collettivamente dannosi. Le verità economiche stentano, invece, a f ani strada. Gli economisti parlano dalla cattedra : gli uomini della industria, della finanza, Biblioteca Gino Bianco del commercio, i politici, gli uomini di governo se ne infischiano delle loro teorie e praticamente fanno tutto r opposto di quello che quelle vorrebbero. Il protezionismo non serve : e il protezionismo è la pratica di ogni giorno. Le industrie di Stato non sono produttive : e le industrie di Stato si sviluppano. Una industria siderurgica da noi è una industria che non si comprende, è una impresa semplicemente assurda, e tuttavia razione statale si svolse per 1unghissimi anni a favore della siderurgica contro gl' interessi stessi dell' industria meccanica e contro quelli generali dei . consumatori. I monopoli sono dannosi e ciascun gruppo tende a crearsi una posizione monopo-- listica. Il sindacalismo è l'ultima caratteristica manifestazione delle tendenze monopolistiche. Il Ricci mette in evidenza le relazioni assai strette che esistono tra sindacalismo politico monopolista e statolatra con il protezionismo, lumeggia gli effetti che ne sortiranno e che non potranno non risultare dannosi. Egli dissente profondamente dall'opinione di Alfredo Rocco, il quale sostiene che si possa facilmente conciliare il sindacalismo con lo Stato moderno applicando la seguente regoletta molto semplice : « Lo Stato deve tornare alla sua vecchia tradizione, interrotta dal trionfo della ideologia liberale, e comportarsi verso i sindacati moderni come si comportò con le corpo-- razioni medioevali. Deve assorbirli e /arli suoi organi> . E ciò sta facendo, infatti, lo Stato fascista. Occorre avvertire che i rapporti tra prote• zionis mo e sindacalismo non formano oggetto di una trattazione sistematica da parte de prof. Ricci. li volume è costituito, invece, da .quattro discorsi pronunciati in epoche diverse, dal 1921 al 1925, e uno solo di essi in occasione di una manifestazione politica. A collegarli sta l.:>spirito generale che li informa, la preoccupazione di mettere in evidenza le ragioni della scienza economica, che sono le ragioni stesse della logica è della verità non legate a nessuna preoccupazione· politica di parte e che sono ragioni liberali. (Diciamo anzi, per il malo uso che dell'aggettivo s'è fatto nella politica italiana : ragioni di libertà).
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