La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

170 LA CRITICA POLITICA RECENSIONI ARTURO LABRIOLA: Voltaire e la filosofia della liberazione. Napoli, Alberto Morano Editore. L. 19. È un bel libro. Arturo Labriola vi .ha condensato le sue migliori qualità di scrittore e di polemista, poichè è fuori dubbio che egli abbia voluto fare anche un libro polemico, L'idea di uno studio su Voltaire non può essergli venuta altrimenti che per un bisogno polemico del suo spirito critico nel particolare momento della vita politica che nel nostro paese stiamo attraversando. Il richiamo a Voltaire è un richiamo ai motivi di libertà di cui si nutrì il secolo passato. Oggi quei motivi sono quasi dimenticati, troppo spesso rinnegati. L'intonazione polemica dell'opera farà dire - come già è stato detto - che non si tratta di opera scrupolosamente obiettiva. E può darsi che sia così. Anzi, in un certo senso, lo è. Voltaire quale lo presenta Labriola non è tutto Voltaire. Non sembra, ad esempio, che nella sua vita pratica, nei suoi atteg- • giamenti, nella posizione assunta in alcune occasioni quando il problema della libertà gli si pose concretamente, l'uomo sia stato del tutto coerente alle sue dottrine. Labriola non esita invece a trovare la sua coerenza nelle sue contraddizioni, nelle sue stranezze, nel suo sistema di vita, persino nei suoi rapporti personali coi grandi, coi potenti del tempo. Non si può, però, fare torto al Labriola se l'apologeta ha preso la mano sul critico. Egli ha voluto presentarci il pensiero di Voltaire senza macchie. senza ombre, senza chiaroscuri appunto perchè quel pensiero si ravvivasse alla luce del nostro tempo per essere a sua volta capace di nuovi fermenti vitali. Passiamo ali' analisi del libro. « La cultura illuministica e la civiltà umanitaria del XVIII secolo trovarono - premette Labriola nella introduzione - la loro più interessante espressione e la loro più singolare incarnazione nel Voltaire; e dove egli è passato, lo spirito pubblico è stato smosso dal suo intimo fondo , . < Mai letteratura fu più di Biblioteca Gino Bianco quella, quanto ai motivi e alle forme, popolare e accessibile al popolo » , e Il popolo che l'ha fatta sua ne risenti un effetto corroborante ». e E si spiega. Una dottrina che fa appello alla ragione individuale, che stimola le facoltà dell'individuo, e giustifica lo sviluppo di queste facoltà, crea necessariamente una nazione e una classe non di pecore belanti dietro un pastore, ma di uomini. Quesf ufficio di suscitamento delle energie individuali, che già prima in Germania, nei Paesi Bassi ed in Inghilterra, adempì la Riforma religiosa ; lo tenne in Francia la letteratura del XVIII secolo. E dovunque esssa ha percosso potentemente classe o nazione, la risposta è stata energica e piena. Si può vederlo al confronto coi paesi dove, per ragioni inerenti al loro sviluppo storico, Italia e Spagna ad esempio, è mancato l'equivalente ». « Ecco perchè Voltaire può ritornare a tutti i popoli che ne hanno bisogno, o che non abbiano mai trovate, o che abbiano smarrite le vie della libertà », Questi periodi, che noi abbiamo stac - calo dalle 29 pagine d'introduzione, danno anche ragione dello scopo per cui il libro fu scritto : mettere gli italiani a con tatto della filosofia illuministica, e precisamente a contatto diretto col suo maggiore e migliore rappresen-_ tante, Il secolo XVIII fu chiamato, infatti, il secolo di Voltaire. Labriola ha adottato un termine nuovo, in italiano più comprensibile e più esatto, alla filosofia di Voltaire: Filosofia della liberazione - egli la chiama - dai pregiudizi, dalle tradizioni, dalla sevitù morale e politica. (In tedesco fi ufk.liirung : chiarificazione). Voltaire sapeva cosa fosse l'uomo, mediocre impasto di bassezze, di cattiverie, di paure, di crudeltà. Ma appunto perciò volle vedere se non c'era da sperare una rinascita dell'uomo, se certe istituzioni, certi pregiudizi, certi sentimenti fossero rimossi e altri li sostituissero. çomprese che il giuoco valeva la spesa e vi si adoperò con tutte le forze che erano formidabili. E attaccò tutte le istituzipni tradizionali (34-3 5 ). Il viaggio in Inghilterra nel 1726 e una lunga permanenza in quel paese, gli fece apprezzare al più alto grado il sistema delle libertà co-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==