168 LA CRITICA POLITICA abitanti, pari al 975 per mille dell'intera popolazione del regno. Si può quindi ritenere che i risultati generali dell'inchiesta riprod~cano con fedeltà le reali condizioni della popolazione italiana nei riguardi dell'approvvigionamento delle acque potabili. - Vediamo, riassumendo, quali sono i risultati. Pro'Venienza delle acque. - Complessivamente : derivano da sorgenti le loro acque 5157 ·Comuni, con oltre 22 milioni di. abitanti; 2103 Comuni, con 1O milioni di abitanti circa, derivano le acque stesse da pozzi; 514 Comuni, con 2 milioni e mezzo di abitanti, da sorgenti e da pozzi contemporaneamente. Qualità delle acque. - Dispone di acque buone il 7 5 per cento dei Comuni comprendenti l•805 per mille della popolazione complessiva ; dichiara di disporre di acque mediocri il 20 per cento dei Comuni comprendenti il. 15 5 per mille della popolazione; soltanto il 5 per cento dei Comuni, comprendenti il 40 per mille della popolazione, denuncia le sue acque come cattive. Però le proporzioni suddette variano grandemente da Regione a Regione, da provincia a provincia. Le acque buone (per oltre il 900 per mille ·della popolazione) prevalgono nella Liguria, nelle Marche, e nella Venezia Tridentina. Nella Basilicata, invece, neppure la metà della popolazione dispone di acque di buona qualità! Anche in Sardegna e nelle Puglie una notevole quantità di popolazione, oltre il 1O per cento, dispone di acque dichiarate cattive. Sono frequentemente dichiarate mediocri le acque nella Venezia Euganea, nella Giulia e nell'Umbria (oltre il 20 per cento della popola?:ione). Ed ecco la diversità regionale creare un problema tutto particolare ad alcune regioni I Quantità delle acque. - 'Veniamo al lato più grave, la quantità di acqua disponibile. Sufficiente o insufficiente? L'inchiesta ha lasciato agli interrogati la risposta e cioè la determinazione della quantità ritenuta sufficiente. Abbiamo così un quadro che non ci dà le proporzioni reali. Secondo noi è questa una manchevolezza dell'inchiesta : avremmo preferito che fosse stata determinata la quan- ' tità ritenuta per sufficiente. Si sarebbero in tal modo avuti risultati più esatti. Il consumo dell'acqua e il criterio di necessità nei riguardi di essa variano evidentemente secondo il grado di evoluzione civile degli abitanti. Se questo sale il bisogno cresce : così le esigenze igieniche fatto hanno crescere il bisogno molto al di sopra dell'aumento di popolazione. E infatti, confrontando i risultati di questa inchiesta con quelli del 1885, si può vedere come, anzichè aumentare, il numero dei Comuni che denunciano di avere u~a provvista di acqua sufficiente sia notevolmente diminuito: dall'82 per cento col 788 per mille di popolazione nel 1885 al 66 per cento col 618 per mille di popolazione nel 1925. E non può dirsi davvero che le opere per provvedere i Comuni di acqua in un quarantennio non siano. state numerosissime e non abbiano più che compensato l'aumento di popolazione I Appunto per ciò, perchè il criterio di sufficienza è variabile, i ·risultati che a questo riguardo dà l'inchiesta dell'Associazione dei Comuni sono per alcune regioni particolarmente gravi. Solo il 66 per cento dei Comuni, comprendenti il 618 per mille della popolazione, dichiara di avere acque potabili sufficienti I T aie BibJioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==