• • 166 LA CRITICA POLITICA Era quanto si erano proposti di f 3re in Italia i sardi nell'agosto 1922 preparando un convegno nazionale a Campobasso fra gli autonomisti delle diverse . . reg1on1. Successivi avvenimenti fecero naufragare il progetto, ma esso conservò il suo preciso significato. Qualche cosa di simile potrebbero far~ i corsi, ed il loro gesto troverebbe simpatie e consensi in molte parti di Francia, facendo acquistare di colpo al loro movimento l'importanza a cui ha diritto nella vita nazionale. E qui taccio per non richiamare sul mio capo le ire bonarie del sig. Paul Arrighi, che mi potrebbe nuovamente additare come un pericoloso nazionalista italiano. CAMILLO BELLIENI GIOVANNI AMENDOLA -------------- Registriamo quest'altra morte. Anche Lui giovane, troppo giovane ancora per morire I Gli prevedevamo una lunga opera, certo nobile opera, importante e forse giovev~le. Invece è dovuto morire, dopo una operazione difficile, dolorosa, sotto lo strazio della carne. Anche Lui - per una strana coincidenza - fuori d'Italia. ·La politic~ ci aveva avvicinato due volte, nel 1914 durante la fervida campagna per l'intervento, e poi, molto più tardi, in questi ultimi anni. Ma le sue concezioni politiche non erano le nostre, per quanto, per la inesorabile logica degli avvenimenti, avessero subìto una modificazione molto sensibile. Il conservatorismo di un tempo era ora liberalismo democratico : sentiva la democrazia, forse vi ·sarebbe arrivato. Certo però Giovanni Amendola era un uomo nel senso compiuto della parola. Aveva la forza del carattere e il senso religioso della propria missione, che era dovere: dovere verso la propria coscienza e verso gli amici e avversari, esempio di vita, continuità. La sua figura eccelleva tra quelle alte e piccine (troppe le piccine, assai poche le alte !) dei parlamentari di opposizione. Non era un condottiero: non aveva l'agilità, la spregiudicatezza e la prontezza di decisione a ciò necessarie - e ciò nocque alla opposizione. Negli oppositori fu però uno dei pochissimi che sentì il valore di questa parola: intransigenza. E la sua intransigenza - purtr~ppo - rese meglio evidenti e disastrosi , la debolezza e la capacità di dedizione degli altri. Sappiamo che Giovanni Amendola ebbe qualche stima · per noi. Noi per lui ne avevamo una grandissima. Oggi che la sua vita è stata spezzata quella stima è qualche cosa di diverso e molto più in alto : è ammirazione e venerazione. C'inchiniamo alla memoria di quest'uomo. E additiamo l'esempio di dirittura morale e di serietà politica che Egli ci ha lasciato come uno dei più degni di essere ricordati e imitati. Biblioteca Gino Bianco
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