La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

164 LA CRITICA POLITICA che dichiara la sua simpatia per l'Italia, ma riafferma i suoi sentimenti di fedeità alla Francia, ecco severi articoli di Paulu Arrighi, in cui si denunziano ali' opinione pubblica francese le mene di alcuni italiani colpevoli d'interessarsi con scopi subdoli delle cose di Corsica. Inutile zelo. I francesi sono troppo occupati nelle loro questioni finanziarie e coloniali perchè possano degnare di qualche attenzione le vicende politiche di Corsica. È questo il lato più doloroso del problema isolano. Invano Pierre Dominique, scrittore corso di una certa fama in lingua francese, lauréat du Granà Prix· Balzac, tenta di riaffermare la funzione franco-italiana della Corsica, in- _vano scrive questi ed altri solenni periodi su I' Annu Corsu testè uscito : Or, qui peut /aire et maintenir l' alliance enlre les Français, les ltaliens, les Espagnols et l' Afrique du Nord) Les Corses, p~uple issu du mélange de -vingt races, de langue italienne, de culture complexe, doni Marseille est la capitale~ doni les paJ)s fut aragonais, qui possèdent des colonies nombreuses, puissantes et prospères dans tout e l' Afrique du Nord. C' est ainsi que peul-elre le salut de la civilisalion en définitive est enlre nos mains. Belle parole, a cui non corrisponde la- realtà dei fatti. I francesi non le leggono ; e se le leggessero risponderebbero che tutto ciò puzza di provincia. La Corsica non ha alcun peso nella vita nazionale ed altre vie seguono le correnti di solidarietà d'interessi francoitaliani. Così, senz'altro, si ricade nell'altro stato d'animo isolano, l'esasperazione del movimento della « Muvra :.. Farsi sentire, perdio, anche a costo di scandalizzare il prossimo con le bestemmie. Il foglietto settimanale spesso svolazzante sulle edicole durante ·le ventose giornate ajaccine, è il panache agitato dalla gioventù ribelle, uscita dalla guerra, insofferente di una situazione che si protrae non dissimile da quella d'un passato ormai superato da tutti gli spiriti sensibili all'attuale ora europea. La Francia è un saggio paese, forse troppo saggio, in cui hanno potuto governare sino a jeri i Poincaré, e governano oggi i Briand, uomini del secolo morto col 1914, senza che ciò susciti soverchi@ scandalo. Disgraziatamente questa situazione significa in Corsica dominio rinsaldato delle cricche di Moro e di Laudry, senza possibilità di nuovi sviluppi ideali, di altre sistemazioni economiche per i giovani fuori del solito posto governativo; significa rinfocolamento delle vecchie contese familiari paesane per opera delle scaltre prefetture e dei deputati intriganti. . I corsisti hanno detto qualche volta delle grosse parole, che in altri paesi avrebbero scatenato su di loro l'ira avversaria e l'accusa di . nemici della patria, ma sono in verità scusabili perchè i loro sforzi si annullano nel fondo cieco di un infrangibile sacco, nella indifferenza dell'opinione pubblica francese. Ma non ci si attenda per questo da essi uno scatto di ribellione inconsulto. L'atteggiamento preso immediatamente dopo il gesto di Paolo Orsoni, caduto alla testa di una compagnia riffana, durante l'offensiva estiva di Abd-el-Krim contro T aza, è pieno di significato. Ben poéhi corsi, anche fra coloro che hanno Biblioteca Gino Bianco

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