La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

162 LA CRITICA POLITICA Scuola. e Podestà L'articolo del prof. Francesco Coletti « Statistica e Podestà », pubblicato nel nostro numero di marzo, ha trot'alo un'eco f avoret~ole e simpatica tra gli scrittori de L'Educazione Popolare, rivista di critica scolastica che si pubblica a Napoli. Riproduciamo qui, per l'interessamento che la questione merita, il breve scritto della ri1>istadella scuola. Teniamo solo ad avvertire che la proposta è solo dell'illustre prof. Co/etti, chè noi sull'argomento abbiamo una proposta pregiudiziale, molto più concreta e precisa, da fare, ed è questa: Le Amministrazioni agli amministrati. Ed ecco -· ciò premesso - quel che scrive L'Educazione Popolare: « UNA BUONA PROPOSTA. La prendiamo da « Critica Politica » e la portiamo su queste pagine perchè investe un problema che è tuttora in discussione tra la gente di scuola : il problem~ dell'analfabetismo. A proposito dell'imminente sostituzione dei podestà ai sindaci, Francesco Coletti, su « La Critica Poli1ica », propone, dunque, che in quei comuni nei quali gli analfabeti superino l' 80 per cento, sia conservato il sindaco. Se l' alfabetismo, come presupposto di cultura, può essere preso ad indice di capacità amministrativa, è giusto che in quei comuni ove l'ignoranza è uscita dai limiti dell'indecenza sia dato questo premio dell'auto-amministrazione. La proposta ci pare degna di ogni considerazione e va al di là del solo punto di vista di educazione politica. Questa specie di premio che si verrebbe a dare alle popolazioni più alfabete potrebbe essere un ottimo stimolo a dare più incremento alla scuola. E giacchè qui si parla di comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, secondo la legge sui podestà, il rimedio cadrebbe proprio lì dove il male è maggiore, perchè la scuola nej piccoli comuni sopratutto è trascurata... Per le grandi e medie città il problema scolastico può dirsi risolto. Quello da risolvere è il problema scolastico rurale e come per tanti altri problemi è all'Italia rurale che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione; è l'Italia rurale che, sotto tanti aspetti, è ancora la terra irredenta. La proposta de La Critica Politica spingerebbe le popolazioni - e per esse gli elementi direttivi, consapevoli - (sia pure aspiranti all'amministrazione del Comune) a chiedere più scuole per i propri bisogni e a curare meglio la frequenza degli alunni. Sarà forse çhe noi ci attacchiamo troppo ad ogni filo di speranza, tanto vorremmo che l'Italia, uscisse da questa macchia nera dell 'analfabetismo, ma noi guardiamo ora la proposta come un mezzo sicuro per ottenere il diretto interessamento delle popolazioni alla Scuola. Su tale interessamento bisogna far leva. Sarebbe una nobile gara fra i piccoli comuni e diventerebbe un premio ambito il rendersi degni di amministrarsi da sè. Chi non vede il significato ideale • di una siffatta gara ? » • ARTURO MAzzEo Biblioteca Gino Bianco '

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