La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

' À ' L . « UMANIT » IN G. MAZZINI E L ASSOCIAZIONE DELLE NAZIONI 157 terra - scrive Mazzini con bella figura ---; non esiste che una legge di verità e di giustizia per tutti quei che la popolano » (SEI VIII, 26). La ·missione della nazio~e non si fonda su di un'oscura supremazia, cui la nazione sia eletta per volere di una misteriosa divinità che si cela ai nostri -occhi é veste paganamente delle armi di Ma11e, ma sull'associazione in-· vece, siccome la verar..e e concreta espressione del dovere; e associazione non può essere, come dice Mazzini, che tra liberi e eguali. Immorali, perchè egualmente rinnegano il principio di associazione, ~ono altrettanto quelle teoriche di egoismo nazionale che - forma anch'esse estremament& gretta di nazionalismo - non riconoscendo dovere e ·vita comune, vorrebbero ridurre la nazione in un isolamento mortale. « La .dottrina assoluta del non intervento in politica corrisponde all'indifferenza in fatto di religione ; è un mascherato ateismo, una negazione, senza la vitalità della ribellione, di ogni credenza, d'ogni principio generale, d'ogni missione generale a pro' dell'umanità » (XXXI, 207-3). Associazione significa autocosciente compimento della propria missione ; la coscienza che la nazione deve avere di svolger~ un grado, I~ sua parte, della missione dell'umanità ; la coscienza di cercare in essa l'adeguamento alla missione universale, perchè in quella si trova la verità della propria particolare missione. Questa relazione di universale a particolare non può' essere rotta senza cadere nell'arbitrio, senza porsi fuori della legge. T aie è, bene inteso, il concetto di Mazzini. · . L'associazione è la nuova legge dei popoli, e ad essa deve cedere la · ragion bruta della guerra : « Il medio evo è spento, e con esso· il principio di guerra, eh' era fondamento al diritto pubblico, e che informa l'opera di Machiavelli, di Grozio e d'Hobbes. Il medio evo è spento, spento per sempre, e guai a chi tentasse ricominciarlo I Il pensiero di guerra, cli'era l'anima di quel periodo, scorreva necessario dalla costituzione e dalle leggi d'esistenza de' soli elementi, che tenessero dominatori il -campo sociale.: nobiltà e principato. Ma col sorgere dell'elemento popolare, il principio di guerra ha ceduto il campo al principio più vasto e più spirituale dell' associazione » {III, 92). Il pensiero di Mazzini si regge, per questo punto ancora, su fondamenti d'una ben solida e limpida -filosofia. Ei vede ben chiaro a fondo con occhio sereno nella re~ltà. La pace dei popoli nulla può avere in comune con quell'~quilibrio di potere, l'infida tela di Penelope della diplomazia, ch'è solo un tentativo d'eguagliare le forze avendo sempre in vista il tempo di guerra (XXXVI, 41). Essa non può venire dai trattati di codesta diplomazia, la cui parte ha avuto termine il giorno in cui è cominciata quella del popolo (IV, 349). - I · Biblioteca'Gino Bianco

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