138 LA CRITICA POLITICA possa avervi in qualche modo contribuito. L'avversione contro la politica di accentramento statale è comune ai rurali di ogni paese. Per ciò i partiti che hanno voluto averli con loro hanno ovunque dovuto fare largo posto nei loro programmi ed affermazioni contrarie al protezionismo, allo statalismo, al burocratismo e a richieste di decentramento, di autonomie ' amministrative e di alleggerimento fiscale. E in considerazione delle esigenze e delle aspirazioni dei contadini che in Italia il pa1tito popolare compilò il suo programma. Dove poi i rurali arrivano a costituirsi in par· tito autonomo tali affermazioni e richieste si fanno chiare, precise, pregiudiziali. Radic non sarà il modello della coerenza politica, ma le richieste del partito dei contadini croati non hanno subìto mutamenti : sono restate ' anticentraliste e federative. E inoltre un postulato comune ai partiti. agrari e di contadini dei paesi balcanici la riorganizzazione politica della penisola in senso federale. , Sappiamo, insomma, per molti elementi di prova dove i rurali vogliono andare. Per quanto nella valutazione di tali elementi si voglia essere assai cauti, non è comunque possibile negare che le loro tendenze politiche si trovino in contrasto con la tendenza dello Stato moderno a crescere, a svilupparsi, a concentrare e a moltiplicare i suoi poteri. Se è in considerazione di. ciò che si è detto · che i rurali costituiscono un pericolo di rea· zione non si è detto nulla di meno vero. Lo Stato troverà nei rurali un ostacolo al suo ulteriore accrescimento. pressione esso debba ritornare indietro compiti, i propri uffici, il numero dei ( stessa struttura. ' E così probabile che sotto la loro sui suoi passi, limitare i propri suoi impiegati, modificare la sua Chi è abituato a misurare il1 progresso dallo sviluppo preso dall' orga· nismo statale ha ogni ragione di guardare con preoccupazione l'ingresso dei rurali nella vita pubblica. Resta però sempre a vedere se il progresso possa essere misurato sulle proporzioni prese dall'organismo statale. Ma le preoc· cupazioni dei liberali su che cosa si fondano? In che il liberalismo - inteso come libertà dei cittadini a manifestare le proprie opinioni e come possibilità di farle valere, come esercizio di diritti non limitato od ostacolato, ma garantito - ha a temere dei rurali? Non credo che si possa stabilire la seguente equazione: statalismo= liberalismo. C'è piuttosto da domandare se in nome del liberalismo non parlino interessi che da un sistema di effettiva libertà avrebbero tutto da temere. Esiste un solo paese in Europa o-ye forse (e dico forse perchè è tutt'altro che certo) gli interessi dei rurali potrebbero riuscire nocivi ad una politica schiettamente liberale: l'Inghilterra. Ma si tratta di una eccezione Biblioteca Gino Bianco
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