L' «UMANITÀ» IN G. MAZZINI E L'ASSOCIAZIONE DELLE NAZIONI 155 devano la natura umana, non fondavano diritto da popolo a popolo che sul principio della forza e della conquista (lii, 90). Diciotto secoli di cri- ' stianesimo - com' egli scrive una volta alla madre - non son basta~i a farci intendere che stranieri è parola senza senso, e che i soli stranieri nel mondo sono i malvagi (XIV, 334). In verità il sommo principio cristiano, la libertà, è principio impotente all'azione, e non si ·sposa a quello della associazione. Ma si rinnega anche il principio cristiano della libertà quando s'inalza non la volontà di Dio e la coscienza umana, ma la forza materiale e il fatto bruto della guerra siccome guerra a giudice della storia; inutile poi è argomentare su mere contingenze, occorre avanzare principi di ragione, giacchè noi desumiamo·- scrive Mazzini - ogni teorica dall'idea di diritto (1119, 0). Alla critica -del cosmopolitismo Mazzini riallaccia così quella del na- . zionalismo che non intende e deturpa un principio t~nto alto come quello della nazione, ed è « parodia d'uno dei. più bei sentimenti che Dio abbia posto nel cuore dell'uomo» (XXXV); 42). Dice incisivament~ Mazzini, che solo lo stesso errore che confonde Religione e superstizione può far sinonimo la santa parola Nazionalità d'un gretto, geloso, ostile nazionalismo (SEI XVII, 157). Nulla di comune può avere con le dottrine del nazionalismo il concétto , idealistico del progresso posto a fine della vita delle nazioni, e il concetto dell'associazione coi:ne unico metodo del Progresso, che, movendo dall'idea del Dovere, costituisce le Nazioni missionarie dell'Umanità (cfr. ivi 178). Il passato delle monarchie non si può confondere con l'avvenire repubblicano dei popoli (ivi). L'antitesi di monarchia e repubblica ass.ume int~ro, in quest'opposizione di principi il suo valore di concretezza. « Il nazionalismo dinastico si fondava - scrive bene Mazzini - e si fonda tutt'ora sulla assoluta ne- . . I gazione di quanto è anima delle nostre attuali credenze. Non esisteva idea di Progresso-: i pensatori non conoscevano se non la teoria del moto circolare delle Nazioni, del corso e ricorso dei tempi - non idea di Legge Morale suprema su tutti: i re erano intermediari tra Dio e i sudditi, e la Legge era l'arbitrio lor9: - non idea di popolo: popolo era un' agglomerazione d'uomini nati a servire, a nudrire il fasto signorile e monarchico e vivere di vita materiale come poteva. Quando Luigi XIV disse: sono io lo Stato, compendiò la dottrina politica di tutti i re che lo avevano preceduto e che lo seguirono » (ivi, 163). Che è mai per codesto nazionalismo la· nazione i esso nemmeno può attentarsi di definirlo, perchè non si definisce un fatto bruto privo· d'ogni luce di ragione, quale esso assume a fondamento della sua teorizzazione d'un pas~ato consunto. L'unica definizione Biblioteca Gino Bianco
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