La Critica politica - anno VI - n. 4 - aprile 1926

Democrazia e movimento operaio (Appunti) Un uso convenzionale delle parole ha stabilito una graduatoria fra democrazia e socialismo, nel senso che la prima sarebbe qualche cosa di meno «avanzato» che non il secondo. Ma questa specie di distinzione è senza· f andamento. In linea generale si può, al contrario, affermare questo : che, sul terreno politico, {la storia è un altro conto) un movimento è tanto più conservatore quanto più sono vivaci in esso gli elementi economici ; e che, per cQnverso, i movimenti sono tanto più rinnovatori quanto più obbediscono a stimoli di natura idealistica. La ragione di ciò è nel fatto che i moti a base utilitaria sono suscettibili di un trattamento a base di transazioni e di compromessi ; mentre ciò non è possibile ~on le con·enti guidate da motivi ideali di portata genèrale. Non è, pertanto, niente affatto diiìcile immaginare che alcune organizzazioni operaie riformiste possano venire ad accomodamenti con altre analoghe fasciste ; le une e le altre hanno in comune, e come dato prevalente, la tutela degli interessi materiali degli organizzati. Per la stessa ragione si comprende che i partiti politici socialisti siano più resistenti ad accordi di questo genere : essi sono delle formazioni a_dispirazione prevalentemente idealistica, sebbene limitate all'ambito, pur larghissimo, di una sola classe. Ma la democrazia non può, poi, per nessuna guisa accedervi: perchè essa, essendo una corrente superclassista, mossa da principii generalissimi, è in fatto, in quanto è fedele a se stessa; una corrente di gran lunga più « avanzata >. Da un punto di vista umanitario, caritativo e subalterno, essa si preoccupa che le condizioni delle classi povere vengano migliorate; ma ciò che costituisce il suo specifico obiettivo è la soppres- ·sione, nelle classi lavoratrici, di ogni carattere di « umiltà sociale». Il suo punto di vista è nettamente libertario. Essa tende a risvegliare innanzi tutto nel lavoratore, anche traverso a privazioni materiali, il sentimento della sicurezza civica e umana ; pone a proprio caposaldo il risvegli~ della spontaneità della sua coscienza di individuo e di classe. L'autonomia dello spirito, emancipato dalle strette del corporativismo, le si presenta come il dato essenziale del movimento operaio ; e questo viene concepito come un aggruppamento, si potrebbe dire, di piccole repubbliche del lavoro. I ' Biblioteca Gino Bianco

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