146 LA CRITICA POLITICA -=-=-=-=-=-=-=-- - -=-====-=-=-=-=-=-===============--===================== diminuzione della pressione statale e quindi un ritorno indietro nella via dello statalismo; un rinvigorimento delle istituzioni locali; un senso più diffuso ed esatto della libertà; una situazione politica molto più stabile e cioè meno soggetta agli urti e ·agli sconvolgimenti. Che i rurali si sbrighino ! Su essi, su ciò che necessariamente saranno~ dobbiamo fondare le nostre speranze. E sono - se ai liberali e ai socialisti non dispiace - speranze di libertà. . OLIVIERO ZUCCARINI Nota: Sembra che gli articoli sui rurali abbiano destato un certo interesse. Se ne è occupato, in un articolo di fondo « L'ingresso dei rurali», l,A-vanti I del 26 marzo. Ne hanno riferito, in vario modo commentandoli, la cattolica Rivista Internazionale di scienze sociali e le riviste fasciste Vita No-va di Bologna e lo Stato di Napoli. Un articolo vi ha pure dedicato nel Quarto Stato uno scrittore anonimo ma che viene presentato come « un economista socialista di chiaro valore» e mi ha fatto piacere vedere come questi mi dia completamente ragione anche là dove dice di darmi torto. Infatti mi attribuisce un errore nel quale non sono affatto caduto. Non ho detto che si deve estendere la piccola coltura indistintamente a tutta· Italia, ma ho detto invece che si deve lasciar fare alle tendenze e alle iniziative spontanee. Nè ho detto che la grande impresa capitalistica non ha giovato e non giovi, ho detto invece che ha giovato e continua a giovare. Ho detto però anche che l'avvenire economico - più o meno lontano - è della piccola coltura intensiva, per quelle ragioni economiche e demografiche che ho esposto e che è inutile ripetere ad un economista. LE DUE POLITICHE COLONIALI C, è una politica coloniale da fare. L, Italia è troppo prolifica. .f/bbiamo esuberanza di popolazione: ogni anno mezzo milione di uomini devono andar fuori de,· confini a cercare in altre terre e sotto altro clima impiego alla loro atti-vità. C,è chi dice che ciò è un male. C,è chi sostiene, in-vece, che è un bene. Noi riteniamo che sia una necessità benefica. Dunque: politica coloniale. Quale politica;> .}lnche qui ci sono due opinioni e quindi due sistemi: quello della bandiera che segue e quello della bandiera che precede. [J{oi siamo per la politica della bandiera che segue. Crediamo al valore delle iniziative e delle tendenze spontanee. 'lJiffidiamo delle improv-visazioni e delle creazioni artificiali. La Patria de-ve aiutare, proteggere, difendere, se occorre, i suoi figli : si capisce. Le nostre correnti emigratorie hanno tro-vato da 3è le -vie e i luoghi delle loro preferenze, del loro tornaconto, del loro interesse. Sappiamo dove vanno, dove vogliono andare. Bisogna seguirle per sorreggerle, per tutelarle, perchè sentano 011unquel'ausilio della Patria. Per l'Italia la -via è segnata. Sappiamo cioè dove devono volgersi le nostre attenzioni, l nostri sforzi, le nostre preoccupazioni. L' .}lmerica settentrionale, l'America latina hanno attualmente colonie italiane numerosissime, di milioni di uomini. Per quelle colonie l'Italia nel passato ha fatto poco, anzi pochrssimo. Bisogna dire che se n'era quasi disinteressata. È vero che era stato istituito un Commissariato dell'Emigrazione, che in effetti rendeva poi agU emrgrantl sempre meno d,· quel che ad essi togliesse ali' uscita. I beneficl, molti benefici, di quelle colonie per la madre patria cosi si perdevano. Se non fosse stato l'attaccamento naturale degli italiani all'Italia, l'affetto dell'emigrante per il luogo natio, le nostre colonie si sarebbero imbastardite assimilandosi colle popolazioni dei luoghi d, emlgrazione. ~er i figli degli emigrati questo in parte è a\JVenuto. L, Italia si fece sentir poco tra di essi: poco con le scuole, poco con l'assistenza morale e materiale, poco con i rapporti economici di commerio. Occorre mutare metodo I Ecco tutto. Questa politica coloniale noi l'abbiamo sempre propugnata. c5'1ra l'altra politica coloniale - quella di cui abbiamo più sopra parlato - potrà giovare alla Patria ì Ci crediamo poco. fid ogni modo preferiamo la prima. È meno costosa e può rendere assai di più. Biblioteca Gino Bianco
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