LE TENDENZE DEI RURALI RAPPRESENTANO UN PERICOLO ECONOMICO? ]05 non è questo solo che forma la superiorità della piccola ,azienda. Essa .riesce, tra l'altro, alla utilizzazione maggiore e migliore delle forze ec0nomiche che vi sono impiegate : minore spreco di energie, di tempo e di spazio. Un inconveniente dell'impiego di mano d'opera salariata nell' agricoltura è che i periodi di lavoro agricol@sono .intermittenti : si richiede cioè una disponibilità di mano d'opera destinata a restare inutilizzata per la maggior parte dell'anno. Le otto ore di lavoro, la cui adozione nell'industria è facile e conveniente, non si applica affatto bene nell'agricoltura! Nelle piccole aziende a conduzione diretta la famiglia del contadino . costituisce in-- vece un'associazione economica completa e perfetta. Nessuno vi resta inutilizzato. Ognuno ha il suo compito speciale da adempiere. Dal vecchio al bambino, tutti si rendono utili magari in una operazione sussidiaria, di poco o di nessun peso. Le oré del lavoro non si contano: si lavora secondo la -stagione, la necessità e l'urgenza. E poi quando il ~isogno è grande ciascuno si prodiga senza risparmio. Allo stesso modo nel campo non avviene -ehe un palmo di terra sia lasciato dormire senza ragione, e le colture s'in-- tersecano, si sovrappongono. Ed accade così che ·là dove altrimenti tre persone non riuscirebbero a vivere, rie vivono dieci comodamente. Mi sembra che nel già detto ci sia quanto basta per stabilire che le tendenze dei rurali verso la proprietà non costituiscono affatto un pericolo •economico, che al contrario coni spondono e rispondono alle crescenti necessità produttive. Nello sviluppo della piccola proprietà dobbiamo vedere un progresso. Non per questo mi permetterò di dire che è nell'interesse economico della Società affrettare artificiosamente, forzatamente tale progresso. Bisogna lasciar fare alle tendenze spontanee. Non ostacolarle, questo sì. Incoraggiarle, anche. Ma creare artificialmente la piccola proprietà, no. ·Espropriare e distribuire le terre a chi non le desidera, fare proprietario -chi non si preoccupa ancora di esserlo o non è preparato ad esserlo, se anche non è un errore sociale, può essere un errore economico. Vi cadde .il Franchetti, nella illusione che bastasse dare la proprietà. La proprietà bisogna invece sentirla, conquistarsela, crearsela. Aprire tutte le vie a questa <:onquista: ecco la sola cosa buona da propugnare e da fare. E lasciare poi che la piccola proprietà si formi e si sviluppi ovunque trova condizioni sufficientemente favorevoli. In alcune zone d'Italia tali condizioni mancano .ancora quasi del tutto, e la conquista della terra da parte dei contadini non potrà che procedere co~ lentezza. Procederà però di pari passo con la intensificazione delle colture. Mi resta ora l'altro argomento : i rurali e lo Stato. La prossima volta. · OLIVIERO ZUCCARINI Biblioteca Gino Bianco ,
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