134 LA CRITICA POLITICA strana impressione. Vien fatto di pensare come le teorie anche meglio fondate sulla riflessione e sull'esame dei fatti siano fatalmente caduche e come non vi sia idea più audace e più intransigentemente pensata ·che non sia destinata all'uso e ai risultati meno pensati. Che se ne è fatto dell'idea dello e sciopero generale» } Una cosa innocua e ridicola I Guardare in Italia. I politicanti si sono· impadroniti della parola e coll'aiuto inconsapevole dei discepoli di Sorel pronti a predicare e a impiantare uno sciopero ad ogni occasione, hanno fatto sì che finisse ad essere di danno al proletariato. Lo « sciopero generale » voleva essere per Sorel il mito, l'episodio capitale della lotta, di cui il solo richiamo doveva gettare lo spavento nella classe borghese e suscitare nei lavoratori atimoli di sacrificio e di eroismo. E invece ogni più modesta e pacifica sospensione del lavoro fu pomposamente chiamata sciopero generale. E gli e scioperi generali > divennero il trastullo e l'alibi dei politicanti che nel dopo guerra giuocarono alla ·rivoluzione. Il risultato s'è visto. Sorel questo non poteva pensarlo. Egli ha formulato una teona, caduca come tutte le altre, ha cercato di dare al marxismo come metodo di lotta operaia una nuova impostazione più conforme allo spirito del marxismo e non c'è riuscito, a giudicare almeno dai risultati ; ma ha però anche seminato i suoi libri di materiale prezioso, di osservazioni e di considerazioni profonde. La sua critica del socia} riformismo, della politica pseudodemocratica è formidabile, e resiste al tempo perchè fondata sulla documentazione dei fatti. Egli è un osservatore che ha sviluppato in modo insuperabile lo spirito critico: la realtà non gli sfugge. Da questo lato ha molti punti di vicinanza col Pareto. L~ggere uno dei suoi libri, qualunque di essi, è come fare un bagno d'acqua fresca. Se ne esce come ristorati, colle idee più chiare e con qualche acquisto. L'abbondanza del materiale è tanta, e tutta così originale, che c'è sempre qualche cosa che vi serve sul momento o che capite che potrà servirvi. Nei suoi libri non c'è sistema, non c'è ordine, non ci sono proporzioni _.; tutto al Biblioteca Gino Bianco contrario di quel che è per quasi tutte le oper - ma c•è una ricchezza di pensiero che negli, altri libri di rado si trova. C'è, insomma, in ogni libro del Sorel molto da spigolare. E chi volesse raccogliere solo quello che può trovarsi in questo volume di Con3iderazioni sullu violenza avrebbe di che mettt;re insieme molte pagine. Eccovi, per esempio, un•osservazione che sembra quasi profetica : « il partit~ che saprà maneggiare con la massima ·audacia lo spettro rosso avrà l' avvenire per sè » (p. 61 ). E a proposito del dovere sociale : « Il dovere sociale ha lo stesso valore del dovere internazionale : cioè, nessuno ». E su questo argomento sono cinque o sei pagine acutissime che bastano a stabilire come l'idea del dovere vari profondamente secondo gli uomini, le classi, i luoghi e i tempi. Così i rapporti tra protuionismo e politica 30• ciale ( di cui a p. 70-71) non sfuggono alla acuta mente del Sorel con tutte le conseguenze. Nessuno meglio di Sorel vi dà ragione dell'atteggiamento di ostilità prima e di assoluto favore dei politicanti socialisti per la cooperazione, dei motivi pe~ cui costoro sono stati sempre fautori della centralizzazione dei sindacati, del perchè infine il socialismo tendesse « allo sviluppo dell'industria statale, alla co- • stituzione d •una classe di lavoratori funzionari. solidamente disciplinata, sotto la mano di ferro di capi accettati dalla democrazia » • A uh . certo punto (p. 185) egli dice parlando dei finanzieri che in Francia aiutavano la stampa socialista : « I finanzieri socialisti non hanno letto Tocqueville, ma comprendono, istintivamente, che la conservazione di uno Stato molto centralizzato, molto autoritario, molto demo- · cratico, offre loro immense risorse, e li mette al sicuro dalla rivoluzione proletaria. Le trasformazioni, che potranno realizzare i loro · amici, i socialisti parlamentari, saranno sempre " assai limitate, e sarà sempre possibile, grazie ali? Stato, correggere le imprudenze commesse ». E sempre a proposito dei socialisti (p. 193): « Il rinvigorimento dello Stato è base di tutte le loro concezioni. Nelle proprie organizza- - zioni odierne, i politicanti preparano già gli . organi d'un potere forte, accentrato, discipliI
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