La Critica politica - anno VI - n. 3 - marzo 1926

.. 132 I.A CRITICA POLITICA ___-_-_::--_ ---================== E con ciò si dovrebbe concludere - e siccome Maurras non conclude, concludiamo noi - che il problema della pace non è ·un problema di egemonia di uno Stato sull'altro, ma di equilibrio di forze e di diritti e che gli Stati d'Europa non potranno mai essere costituiti da uno Stato più forte del quale tutti gli altri più piccoli debbano subire la legge, ma di Stati ugualmente sovrani, • ed in egual modo pesanti sulle deliberazioni collettive. Finchè si parlerà di supremazia di uno Stato sull'altro, e la Francia vorrà tenere il piede sulla Ger· mania e ogni Stato comandare sul1o Stato vicino, i popoli della Germania saranno portati a costituire un solo nucleo organizzato al solo scopo di resistere e di spezzare la supremazia straniera, sacrificando a questo scopo le autonomie particolari e ogni altro interesse distinto : la costituzione stessa della Germania - per la sua forma federale che garantisce entro lo Stato una sufficiente autonomia alle vecchie formazioni particolari - favorisce del resto questa tendenz~ alla unità nazionale della gente tedesca. Perchè gli Stati Uniti di Europa siano possibili e durevoli non c'è - dunque - che costituirli su piede di eguaglianza per tutti gli Stati quale sia la loro grandezza e il numero di abitanti che li compongono. Ma da quel momento - dal giorno stesso in cui vi si arrivasse - cesserebbero le ragioni degli attuali contrasti e la possibilità di supremazia di uno Stato sugli altri. . La ragione è semplicissima: ogni tentativo di supremazia di uno Stato confederato troverebbe sempre contro di sè una forza assolutamente preponderante costituita dalla unità non più formale come oggi colla Società delle Nazioni, ma reale, perchè già organizzata e funzionante, di tutti gli altri Stati. ' GRANI DI VERITA (L'ACCADEMIA) « L'Accademia di Francia fu uno dei puntelli del regime monarchico, tanto è "Vero che la ri1'oluzione sentì il bisogno di abolirla. Più tardi, anche la repubblica l'accettò, adattandola ai suoi fini. Oggi l'Accademia di Francia serve ai fini del • • regime massonico. Un nemico del regime non può essere accademico. Il caso di Mau"as iuJormi. Maurras aveva tutte le qualità per essere presidente, non che membro, del- ['Accademia I In letteratura egli è uno spa1'entevole pedante. Ho letto con . ammirazione i grossi volumi dell' Enquete sur la monarchie e La démocratie religieuse, ma non ho mai potuto digerire Anthinèa e la Musique interieure. Que- $t' uomo deve esser nato con l'abito verde e le palme I Eppure la ragion ai Stato lo ha posposto ad uno oscuro e mediocre funzionario ... Morale di tutto ciò: l'Accademia di Francia non è che un magnifico instrumentum regni. Essa ha lo scopo di utilizzare ai fini della Stato l'influenza politica delle gerarchie intellettuali. Questa influenza può talora essere enorme. Un poeta come Vieto, Hugo, un professore come Cousin, indipendentemente dal loro merito intrinseco, sonò delle vere potenze. Possono essere potenze solJversive. Fatene degli accademici ed il pericolo sarà scongiurato. Orbene: in nome di quale pregiudizio si vo"ehhe negare allo stato /ase,ista un'arma così potente ì ~. (in Critica Fa$C{$la - 15 febbraio i 926). VoLT Biblioteca Gino Bianco

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