La Critica politica - anno VI - n. 3 - marzo 1926

« GRANDI RE » E L' ISTORIOqRAFIA MODERNA 129 ========================-=======================:--=-=-==---· _-_-_-__-_- di Siagro, l'Aquitania e l' Allemagna, aveva semplicemente l'idea di condominio più grande e non quello dell'unità politica, derivante in noi da nozioni e da idee affatto sconosciute ai Merovingi. E non bisogna credere che Guglielmo I e Bismarck abbiano dato alla Germania l•idea dell' lm~ero, mentre tale idea si sviluppò in correlazione di quel bisogno di unità politica sentito dai Tedeschi, in seguito al disagio economico prodotto dalla suddivisione, del 1648, del1a Germa- .nia in ben trecentosessanta stati. Ma sarebbe anche un errore credere che le così dette guerre di gabinetto, o di capriccio, siano state possibili senza serii moventi economici. Il famoso at- . . tacco di Luigi XIV di Francia contro l'Olanda è stato per molto tempo citato come un tipico esempio di guerra voluta da un monarca per puro orgoglio. Ci si accontentò di cercarne la causa nella stizza del re per gli attacchi delle gazzette ufficiali degli Stati Generali, ma oggi sappiamo che· quella guerra era sorta, oltre che dal desiderio ~i annettere i Paesi Bassi spagnuoli al dominio della monarchia francese, dall'opinione, dominante nelle sfere industriali del regno, _che fosse necessario porre fine, con l'annientamento del commercio olandese, alla lotta di tariffe che infieriva tra l'Olanda e la Francia. Luigi XIV non fece la guerra 4( pour une médaille » ( 1) ; anche se fosse stato uomo da farlo, forse, ·non l' a_, vrebbe potuto. Non si deve, quindi, trattando di sovrani, parlare di responsabilità morale bensì di responsabilità storica. Non è la figura dei re che interessa, dal lato strettamente storico, bensì la loro posizione di fronte agli avvenimenti che loro si attribui!cono. In politica non contano le buone intenzioni, o le cattive, bensì i risultati dell'azione. A ragione il Novicow afferma che l'Impero Romano cadde in rovina « perchè gli imperatori vollero governarlo bene ». Abbiamo, infatti, imperatori romani che ricevono di continuo .dettagliate ~relazioni sulle condizioni delle provincie, che vogliono occuparsi di tutte le amministrazioni che funzionano male, che vogliono perfezionare sempre più i servizi pubblici. Il potere amministrativo, giudiziario, militare si accentrò ; la plutocrazia si fece pletorica ; la fiscalitàdivenne opprimente ; il popolo fu distolto dalla vita politica. Gli Imperatori fecero rovinare l'Impero a forza di volerlo rafforzare e perfezionare. E così fecero, più tardi, altri sovrani. Tipico è l'anzi nominato Luigi XIV, che alla morte del I cardinale Mazarino, deliberò di non aver più un primo ministro e che lavorò fino alla fine della vita otto ore al giorno, senza permettere che si decidesse alcun affare importante senza di lui. Egli sentiva una vera passione per il meltiere del re, e scriveva nelle istruzioni al figlio : « Si regna col mezzo del la.. voro e si regna per j) lavoro l) • Ma egli regnò con un potere senz limiti e stabilì per il primo, in Francia, la teoria della monarchia assoluta. Il carattere dominante del suo governo fu uno sforzo immenso di condurre nelle mani del re tutte le forze del paese. L'accentramento ostacolò il commercio e l'industria (1) Come dice P. E. Lémontey - assai sur l'etablissement monarchique de Louis XIV. Paris, 1818, pag. 376. . . Biblioteca Gino,Bianco .

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