A PROPOSITO DI «FUORUSCITI» 117 3.) Questa considerazione dovrebbe fare riflettere al governo se non sarebbe più utile, dal punto di vista nazionale e patriottico, ristabilire in Italia libertà di discussione e di stampa togliendo così ai f1:1orusciti,di qualunque partito, ogni motivo, ragione o pretesto di stampare e dire ali' estero quello, che in tal caso, potrebbero benissimo dire e stampare in Italia. È fatale che la lotta politica portata dall'interno ali' estero aumenti di asprezza e perda di obiettività, e infine nuoccia alla considerazione e al prestigio della Nazione agli occhi degli stranieri. Ebbene : coi suoi provvedimenti contro i fuorusciti il governo cosa potrà fare? Potrà forse renderla più aspra, non già eliminarla. Bisogna riportare in Italia la discussione delle cose nostre ! Ecco perchè, come italiano che ama profondamente il proprio paese, m'auguro c~e si ristabilisca presto in Italia quella libera competizione di idee, di programmi e di opere in cui solamente le Nazioni si fortificano e i governi riescono a migliorare e a correggere la loro opera. 4.) Vorrei infine ricordare che tutte le Nazioni a regime di compressione, di forti e rigidi poteri statali, hanno avuto i loro fQorusciti, i loro esuli, i loro proscritti, piccoli e grandi, poco degni e degnissimi, e che i giudizi dei governi e dei partiti dominanti su alcuni di essi han di solito dovuto subire profonde modificazioni. -L'Italia del Risorgimento ha avuto Mazzini il cui nome, fino al 1872, non poteva essere pronunziato alla Camera Italiana senza sollevare ululati di protesta. Con ciò non si vogliono affatto stabilire relazioni e raffronti che per ciò che riguarda gli uomini sarebbero impossibili. Purtroppo uomini come Mazzini non sono di ogni giorno e nemmeno di ogni secolo! Solo invece per osservare che gli avvenimenti e gli uomini possono essere giudicati con imparzialità solo a relativa distanza di tempo. Distinti saluti. OLIVIERO ZuccARINI NELLE AMMINISTRAZIONIPROVINCIALI Sappiamo quanti saranno i Podestà nei Comuni. E le Provincie quali trasformazioni subiranno ì Si stabilirà anche per esse, come criterio generale, un'amministrazione di nomina governativa ì Nulla finora è trapelato della riforma che si sta preparando. Tutto lascia prevedere, però, che una riforma ci sarà. Quanto alla situazione attuale delle Provincie essa è questa: la metà circa delle amministrazioni provinciali, e cioè 36 Provincie, manca attualmente della ordinaria rappresentanza elettiva. Tali pro'Vincie sono quelle di Aquila, Avellino, Bari, Belluno, BenelJento, Bergamo, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Como, Girgenti, Lecce, Macerata, Messina, Padova, Palermo, Parma, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Siracusa, Sondrio, Teramo, Trapani, Udine, Venezia, Vicenza, Pola, Trento, Trieste, Zara, Taranto, Fiume. Biblioteca Gino Bianco • ) '
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