La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

56 LA CRITICA POLITICA =============-----·-=----=--=-- _-.::;:-..:::::-..:::::-..:::::-..:::::-..:::::-..:::::-..:::::-..:::::-.::::=====-- diretto e visibile per i contadini. Non è quindi a meravigliare se due anni dopo questi fossero dolenti e delusi, se le elezioni generali del 1921 videro le urne disertate dai contadini e se poi il loro malcòntento finì col rendere più agevole la marcia del fascismo. I rurali ricchi, i proprietari agricoli, grossi e medii, non ebbero, d'altro canto, a compiacersi neppure essi della politica finanziaria e doganale dello Stato la quale fu, nei primi anni successivi alla guerra, una politica dissennata, volta a favorire i gruppi parassitari bancari e industriali in danno dell'agricoltura. T aie politica culminò nella tariffa doganale applicata dall' on. Giolitti nel giugno 1921 per decreto legge, e cioè senza discussione o approvazione del Parlamento. Sì, i rurali diffidano delle novità, di certe novità che, non capiscono, che non rispondono sopratutto al loro interesse. Sono diffidenti perchè da molti decenni di tali novità essi hanno sopportato le spese senza beneficio : troppe volte hanno, per istinto, perchè sentivano di cadere nel peggio, preferito difendere ciò che c'era, non perchè fosse ciò che essi desideravano, ma solamente perchè era il meno peggio. L'Italia agricola fu in Italia costantemente ignorata. I parlamenti, e i governi nulla fecero mai per essa. Gli interessi della città prevalsero costantemente su quelli delle campagne che non ebbero mai nè voce nè peso sulla legislazione. E r agricoltura pagò sempre. Come si vorrebbe che oggi gli agricoltori, i quali hanno incomin- . ciato ad aprire gli occhi e ad aprirli bene, non fossero diffidenti delle novità, di quelle novità sopratut~o che non capiscono,· e dei cui benefici non sono affatto convinti? Senonchè tale diffidenza è una /orma di consapevolezza e diviene azione e novità a sua volta dal momento che cessa di festare passiva per fatsi volontà attiva, desiderio di realizzazione. E ciò è progresso! Ma - insistono i socialisti - e l'interesse della produzione ~ E interloquiscono i liberali - le sorti del liberalismo ? E è appunto a ciò che volevamo arrivare. Sarà per quest'altra volta. OLIVIERO ZUCCARINI I CONSIGLI AGLI ABBONATI Se gli abbonati tutti gli abbonati, prendessero l'abitudine di essere puntuali, di pagare anticipatamente, di non aspettare il sollecito o addirittura l'esattore, noi rispiarmieremo, a fine d'anno, diverse migliaia di lire (diciamo migliaia) e le cose della nostra rivista andrebbero molto meglio, con vantaggio nostro che spenderemmo meno e perderemmo meno tempo, e con vantaggio degli abbonati che avrebbero una rivista meglio curata. Infatti, noi abbiamo sempre calcolato di impiegare i maggiori mezzi (se ne avessimo) al miglioramento della rivista e a completarne l'opera di propaganda con altre iniziative. E non è colpa nostra se non abbiamo potuto farlo come avremmo voluto. La colpa è dei nostri ... cattivi amici ! Biblioteca Gino Bianco

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