La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

p REOCCUP AZIONI PER L'INGRESSO DEI RURALI 55 sone le quali posseggono della terra solo la proprietà ma con essa non hanno altri rappo1ti di vicinanza, che non sanno come si coltivi un campo nè che cosa sia la vita agricola, tutti gli altri costituiscono un insieme molto vicino alla omogeneità. Mentre la tecnica agraria presenta una varietà infinita di tipi che non· si riscontra nella tecnica industriale e lo studio della agricoltura presenta da luogo a luogo particolarità e fenomeni che solo la costituzione mineralogica, il clima, l'idrografia, la storia locale permettono di spiegare per ciascun paese, la psicologia degli agricoltori è invece molto simile non solo nelle varie classi in cui si suddivide ma pure nei diversi paesi d'Europa. Si può dire che la consuetudine colla terra operi gli stessi effetti dell'animo umano in qualunque latitudine, su colui che nella classe sociale è posto in alto come su colui che si trova in basso. I rurali costituiscono, nella società, un modo di vita. Di forte carattere e e onesti, quieti e persistenti, timorosi delle novità e risparmiatori - nota il Serpieri { 1) - sentono molto la continuità delle generazieni, Proprio così ! La famiglia ha tra i rurali posto radici assai più profonde che presso le altre classi di cittadini. E l'amore alla terra ha qualche cosa di religioso. Sono queste qualità appunto - qualità positive - che hanno guadagnato ai rurali la qualifica di conservatori. Conservatori perchè ? P erchè timorosi delle novità, diffidenti, non facili a lasciarsi trascinare dalle promesse e dai programmi mirabolanti. E, sissignore, è così. I rurali sono diffidenti: d~ buoni uomini pratici amano i /alti alle parole. Non temono le novità, ma · non le accettano alla cieca, e prima di accettarle vogliono accertarsi che non siano contro di loro. E in Italia almeno {noi dobbiamo tener conto sopratutto degli elementi che sono a nostra portata) hanno ragione. Che i rurali dopo la guerra non fossero chiusi alle novità, che essi fossero pronti ali'azione disciplinata e organizzata, lo dimostra lo sviluppo preso dalla organizzazione sindacale nel '19 e nel '20. Non solo le organizzazioni cattoliche ma pure quelle dei socialisti si popolarono di contadini. Nel 1920 la Federazione Nazionale dei lavoratori della terra contava ben 760 mila organizzati. Se da tale cifra imponente precipitava nell'anno successivo a 293 mila è perchè, nelle loro aspirazioni, i rurali si trovarono tremendamente delusi. Colla solita .incomprensione (2) la Federazione si pose contro ogni idea di distribuzione della terra ai contadini. Nè questo bastò : le agitazioni degli operai della città e la stessa conquista dei Comuni da parte dei socialisti durante questo periodo, si risolsero molto spesso in un . danno (I) La polillca agraria in Italia. Piacenza. (2) Quella stessa incomprensione che l'aveva portata dieci anni prima a creare e ad inasprire un dissidio tra mezzadri e braccianti in Romagna. Ecco un argomento del quale sarà il caso di riparlare, se non altro per l'esperienza del poi. Biblioteca Gino Bianco '

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