La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

LA CRITICA POLITICA -------------=--=-=-=-=-=-=-=-==--==-====:============== RECENSIONI GIUSEPPE RENSI : La 'Democrazia diretta (con una prefazione dell'autore, introduzione di A. Ghisleri e con appendice di scritti polemici). Roma, Libreria Politica Moderna, L. 12. Quanti dei giovani colti delle nuove generazioni che conoscono Giuseppe Rensi per i suoi articoli di politica impopolare, antidemocratica, autoritaria comparsi nel Popolo d' Italia e in altri giornali durante il periodo di crescenza e di affermazione del fascismo, e che se ne sono nutriti, sanno che egli è autore anche di un mirabile, chiaro e convincente volume sulla « democrazia diretta » , come forma migliore e quasi perfetta di reggimento popolare ? Eppure si, la migliore operetta in difesa e ad illustrazione del governo popolare a democrazia diretta come quello che esiste nella Repubblica Federale Svizzera è dovuta appunto a Giuseppe Rensi, il quale la scrisse venticinque anni fa mentre egli viveva in Svizzera e mentre in Italia il partito sociaI ista, dimenticato troppo presto il '98, stava compiendo in · gran fretta la sua convergenza verso il riformismo e la monarchia. Opera giovanile dunque -- e quindi pervasa da un grande ottimismo e da una fiducia quasi assoluta nella .bontà e nei benefici delle istituzioni per se stesse, indipendentemente dagli uomini che debbono servirsene - ma dettata anche da una presa di contatto su I posto colle · istituzioni svizzere e quindi, in quanto è volta a presentarle e ad illustrare nel loro me'ccanismo e nel loro funzionamento, obiettiva e utilissima. Ancora oggi è la migliore che si sia pubblicata in Italia sul sistema repubblicano a democrazia diretta. Ragione questa per raccomandarne vivamente la lettura, in questa sua terza edizione, a tutti coloro, e sono moltissimi, democratici socialisti liberali e fascisti, i quali pretendono fare della politica senza avere una idea nemmeno approssimativa del sistema politico svizzero, che mentre è un sistema democratico, è anche il solo che abbia agevolmente resistito alla crisi politica sociale BibliotecaGino Bianco e spirituale che dopo la guerra hanno attraversato tutti gli Stati d'Europa. E' significativo che questa operetta si ripubblichi ora col consenso e con una nuova introduzione del suo autore il quale, anzichè ripudiare la sua opera giovanile, in un certo senso ad essa si riallaccia e richiama. V ero è che le opinioni dell'autore, oggi - dopo venticinque anni - non « sono rimaste interamente quelle ». « Un quarto di secolo non ' . puo essere passato invano per una mente pensante. Nè esperienze come quelle che si ricavano da avvenimenti così sconvolgènti e contradditori, quali offrì in Italia il periodo 1918-25 possono non aver prodotto mutamenti e rimutamenti di conclusioni ». I\1a - e questa confessione nell'autore ci sembra molto importante - - il « problema dell'autorità » che al Rensi sembrò dopo la guerra e di fronte alla storia italiana del dopo guerra, e sembra il supremo problema politico e che gli fece scrivere molti articoli e qualche volume contro la folla partitante, contro i capricci de la folla partitante, contro i capricci delle masse e contro la demagogia democratica, può trovare benissimo la sua soluzione anche in istituzioni democratiche. Il « problema dell'autorità » non è in opposizione al « problema de la democrazia » • Ed eccone il pratico esempio : la Svizzera. In altri termini Giuseppe Rensi, spiegando come e perchè ha consentito la ripubblicazione di questa sua opera, ci dichiara di essere arrivato ad alcune conclusioni che ci sembrano importanti. La prima è che il problema di autorità non è affatto in opposizione a quello di libertà e che intanto la libertà di stampa e d'insegnamento sono condizioni indispensabili perchè uno stato non cada e nella perfetta stasi intellettuale o nelrimmobile, monotona infeconda ripetizione obbligatoria per tutti del medesimo concetto, senza più possibilità di vitale fermento e progresso, come accadde nell'impero bizantino o in Italia per l'aristotelismo sino a Galileo ed oltre ». La seconda è che la fonte dell'autorità non può scendere dalr alto o stabilirsi per un colpo di mano o di

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