La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

90 LA CRITICA POLITICA ' --- all'allegoria e preannunziando una battaglia che scienziati e letterati combatteranno molto più tardi. In seguito, nel fervore del rinascimento, le Marche vi collaboreranno largamente con turbe di umanisti d'ogni professione, precettori, grammatici, bibliotecari, diplomatici, predicatori ecc.: con un gruppetto di donne umaniste oratrici e scrittrici ammirate (Costanza V arano, Battista Sforza, Caterina Guarnieri ecc.) ; colle corti di Pesaro, di Fermo, di Camerino e sopratutto con quella di Urbino. Sono di questo periodo numerosissimi dotti che dalle Marche riescono a spandere i semi della _loro dottrina e i tesori della loro poesia : Enoch d'Ascoli, Pandolfo Collenuccio, Francesco Filelfo, Annibal Caro, Bernardino Baldi, per ricordare solo qualche nome. Quando, nell'aprirsi del secolo XVII, le lettere e le arti languirono, le Marche diedero tuttavia uomini in quel tempo preclari, e allorchè il pensiero politico e civile parve annientato sotto la politica corruttrice spagnuola uno spirito audace e incoercibile, Traiano Boccalini. « Iniziatore del giornalismo politico e letterario, critico audace, cronista implacabile,· uomo intero e impavido, il Boccalini fu largamente ammirato, imitato, continuato anche oltre i confini della nazione, e rimane, dopo tre secoli, segnacolo di libertà, colonna eretta in faccia alla più vile tirannide ». Ed ecco, più tardi, nel rinnovamento iniziato dal Goldoni, dal Parini e dall9Alfieri, suggellato dal Monti e dal Foscolo, la scuola romagnola marchigiana con suo centro spirituale Pesaro, suo duce il Perticari. suo astro massimo il Monti. E infine, suggello massimo dell'anello onde il pensiero marchigiano si collega con quello italiano, Giacomo Leopardi. Nè il contributo delle Marche alh1 letteratura si arresta e si arresterà. Eugenio Camerini, Terenzio Mamiani, Filippo Mariotti, Giovanni Mestica, Adolfo De Bosis appartengono alla nostra storia letteraria. Poi ci sono i vi- ' venti. E pure marchigiano Luigi Mercantini, r autore degli inni più popolari del risorgimento, come quello garibaldino, il più popolare di tutti. BibliotecaGino Bianco Ma oltre la letteratura v• è il contributo delle Marche all'arte, alla musica, alla scienza della nazione. Basteranno solo pochissimi nomi a dire quanto esso sia stato grande. Nell'arte - che ha creato la grazia del palazzo di Urbino - Gentile da Fabriano, e poi Raffaello, il divino, Bramante, e sulla decadenza gli Zuccari, il Barroccio, il Maratta ; più vicino a noi lo scultore Ercole Rosa e l'architetto Sacconi. f.. non si parla delle meraviglie dell'arte ceramica che da Pesaro, da Urbino, da Fabriano diffusero per tutta Italia, e in Europa, il segno della sapienza tecnica e della incomparabile arte dei nostn artigiani. Nella musica tre nomi: Pergolesi, Spontini, precursore ed ispiratore di Wagner, Rossini. Nella scienza i nomi sono molti : degli antichi servirà ricordare Bartolo da Sassoferrato e Alberico Gentili ; dei moderni e scomparsi : Sebastiano Pur - gotti, Francesco Puccinotti, Sebastiano M Ioni, Luigi Luciani, Angelo Celli, Angelo Battelli, Augusto Tamburini, Maffeo Pantaleoni ... Dopo ciò si può anche chiudere e concludere che le Marche sono nella vita della nazione qualche cosa : più che per quello che hanno preso per quello che ad essa hanno dato. Chi scrive è marchigiano ed è grato al prof, Crocioni di averlo eloquentemènte dimostrato, anche perchè è questo il miglior modo per incitare i marchi~ani a dare ancora di più, La conferenza è, infatti, dedicata « a quei marchigiani che vogliono fare qualche cosa per la loro regione » • I LIBRI SUSSIDIARI REGIONALI. E passiamo subito a parlare dei « libri sussidiari per la cultura regionale > entrati in uso nelle nostre scuole elementari. Se ne è parlato e se ne riparlerà. Qui sul nostro tavolo abbiamo pan•cchi di questi volumi che gli editori ci hanno inviato. V e ne sono di buoni, di mediocri e di cattivi. Abbondano specialmente quelli delle ultime due specie. E si capisce anche perché. Un bel giorno s'è detto dalla Minerva : « Bisogna introdurre nelle scuole un libro sussidiario di cultura regionale » ..

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