La Critica politica - anno VI - n. 2 - febbraio 1926

88 LA CRITICA POLITICA e Sl rif/.etta solamente a ciò che è ai,venuto per le navi da guerra : quei mostri corazzati hanno perduto tutta la loro r"mportanza dal giorno in cui i sottomarini sono stati inventaU. Questi ordigni hanno, durante l'ultima guerra, giocato una parte formidabile, ma verrà il loro turno, se una guerra scoppia, di perdere ogni importanza ; con I mezzi dei quali s{ dispone oggidì è possibile, in effetto, di segnalare cd una grande distanza, la· presenza d'un sottomarino immerso. « Non passeranno certamente più di due anni prima che il problema della televisione sia risolto. In quel momento la guerra sarà dii,entata una impossibiUtà; un nemico che non s, vede sl può credere al slcuro ; ma quando sl potrà scoprire da lontano dove si nasconde, dlventerà facile opporsz"-ai nuovl attacchi. « Quello sarà la fine delle guerre, ed è 'Verosimile che la questione dl « una pace duratura » troverà allora una soluzione « duratura ». PIERO GOBETTI Questa giovinezza schiantala valeva molte vite mature. Aveva raggiunto la maturità dell'intelletto senza nulla perdere della freschezza dello spirito. Per suo conto non avei,a ancora conosciuto cosa fosse malizia, opportunismo, secondo fine. Era ingenuamente sincero. La sua ambizione era volontà di fare, non volontà di arrilJare. Si era anzi già preparato ad aspettare a lungo e lo dicelJa : arri1Jarema colle sue idee, come risultato di una conquista degli spiriti, per un mutamento nella situazione e negl, ideali prevalenti. A questo scopo lavorava, con tutte le forze e con una lJolontà superiore alle forze. E poichè gli ·avevano reso impossibile il lavoro quì, si preparalJa a continuarlo fuori. Quando è morto! J/lJeVa incominciato con aspirazioni d'arte a diciassette anni per finire prestissimo nella politica, l'arte più difficile e pericolosa. E la meno pura. In ciò subì una spiccata tendenza dei giolJani della sua generazione. ~a costituì una eccezione in mezzo ad essi per il modo d' intendere la politica. Non che nelle sue idee fosse tutto chiaro, preciso. Politicamente egli si andava formando. Ed appunto in ciò stalJa la sua maturità : chè sapelJa rivedersi e correggersi e migliorarsi ogni giorno ; chè l'osservazione e la meditazione davano alle sue idee, ai suoi propositi, al suo ideale di lJita contorni ed obiettivi ogni giorno meglio definiti. Lo conobbi tre anni fa (mi sembra) una sera a Roma, da Prezzolini. Era in viaggio di nozze. Poco egli allora sapeva di me e sulle nostre idee, sul nostro programma, su alcuni uomini nostri (il Cattaneo, ad esempio) non aveva opinioni molto precise. nimanemmo insieme fino a tarda ora. E da quella sera data la nostra amicizia. Poi ci siamo ritrovati altre lJolte. Abbiamo avuto spesso modo di scambiarci impressioni, idee, propositi. Ebbene : raramente mi sono accorto che ci fossero tra nor motivi di serio dissenso. Dirò anzi che, man mano che gli avvenimenti chiarivano la situazione, egli mi si era venuto sempre più sensibilmente avvicinando. La morte di Piero Gobetti m'ha recalo una grande tristezza nell' animo, già provato purtroppo ad altre ferite, ad altre amarezze. Ecco perchè la mia penna è ,oggi arida e di lui non so - e non saprei, /orse - dire degnatamente. E una luce che s'è spenta, nel buio. Alla giovane compagna così degna di lui, al bambino che oggi non sa, ai genitori, condoglianze affettuose, vivissime. O. Z. Biblioteca Gino Bianco

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